“2-1, 2-2, 2-3”: due anni fa Partenio muto e Minala al 96′

17 ottobre 2017, stadio Partenio. Dopo quasi 25 anni di insuccessi, la Salernitana cercava il colpaccio in un contesto storicamente ostile a cospetto della potenziale capolista del campionato di serie B. Le cose non andavano benissimo per i ragazzi di Bollini, vittoriosi soltanto una volta, contestati da parte della tifoseria dopo lo scialbo 0-0 interno con l’Ascoli e costretti a fare risultato per evitare l’ultimo posto in classifica. Il trainer di Poggio Rusco si giocava la panchina e, per l’occasione, presentò una squadra a trazione anteriore rinforzata dall’esordiente Cicerelli e da uno Sprocati in condizioni psicofisiche eccellenti. L’urlo dei novemila cuori biancoverdi assiepati sugli spalti spinse il lupo sin dal riscaldamento, ma i mille salernitani sparsi in ogni settore dello stadio non fecero mancare il proprio apporto: la sfida a distanza del tifo fu stravinta dal popolo granata, limitato nell’esodo soltanto dalla ridotta capienza del settore riservato agli ospiti. Il primo tempo non regalò grosse emozioni: una punizione di Vitale, un colpo di testa di Castaldo, tanti errori e uno 0-0 che rispecchiava fedelmente quanto visto sul terreno di gioco. Nessuno poteva immaginare cosa sarebbe accaduto nei secondi 45 minuti, roba vietata ai deboli di cuore. Il vantaggio lampo di Kresic fece esplodere il Partenio, l’immediato e fortuito raddoppio di Laverone sembrava aver dato la mazzata finale alla Salernitana. Come dimenticare l’esultanza sfrenata dell’ex dal dente avvelenato e il gesto antisportivo di capitan D’Angelo, uno che con quella fascia al braccio avrebbe dovuto dare l’esempio e che, invece, preferì infierire sul povero Odjer “reo” di aver deviato il pallone nella propria porta. E pensare che, sulla carta d’identità, si evince che D’Angelo abbia origini salernitane.

Anche questi comportamenti censurabili (alimentati anche da Biancolino a bordo campo) diedero alla Salernitana la forza di reagire. E così dentro Ricci, Rosina e Bocalon per un vero e proprio assedio, contro un Avellino che col passare dei minuti perdeva coraggio e si rintanava nella propria metà campo aspettando la fine della partita. Rodriguez, al 70′, la riaprì in modo rocambolesco, Sprocati si travestì da Alberto Tomba e con uno slalom ubriacante saltò quattro avversari siglando l’incredibile 2-2 per il tripudio del popolo salernitano. Ci si poteva accontentare del pareggio, ma con un avversario alle corde, uno stadio ammutolito e la spinta di mille supporters in delirio sarebbe stato un peccato non osare fino alla fine. Il quarto uomo segnalò cinque minuti di recupero, diventati sei per l’infortunio a Rodriguez che costrinse la Salernitana a giocare in inferiorità numerica. Proprio quando il pareggio sembrava cosa fatta ecco il guizzo che non ti aspetti: giocata sensazionale di Sprocati, Minala freddissimo per il 2-3 e corsa di tutti sotto la Sud tra lacrime e brividi. Come dimenticare lo scatto di Salvatore Avallone, i cori nello spogliatoio, i volti degli ultras biancoverdi che, da quel pomeriggio in poi, hanno vissuto una serie di drammatiche vicissitudini sportive. Minala al 96′ è diventato tormentone ricorrente, uno “gnummazzo” difficile da digerire. Un’emozione incredibile, un derby che sarà sempre nel cuore e nella mente di tutti!

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