Articolo 16 bis delle Noif, tra lacune e interpretazioni: i legali dalla parte di Mezzaroma. Occhio alla giustizia ordinaria

Con il passare delle ore la situazione in casa Salernitana diventa sempre più chiara. Almeno per quanto riguarda la strategia da attuare. Secondo indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, infatti, non solo Marco Mezzaroma ma anche Claudio Lotito starebbe pensando di capire se ci sia la possibilità di restare come socio di minoranza con una quota inferiore al 20%. Il pool di avvocati, commercialisti ed esperti che sta seguendo la vicenda dietro le quinte, infatti, ritiene che il famoso articolo 16 bis delle Noif si presti ad una serie di interpretazioni di svariato tipo sia per l’assenza di precedenti in merito, sia perchè ci sono delle lacune e delle contraddizioni evidenti. Stando alla prima relazione stilata da questi professionisti, infatti, il divieto che comporta l’esclusione dal campionato scatta soltanto se uno dei due patron mantiene una quota di maggioranza con annesso potere decisionale e “situazione di controllo diretta”. Inoltre sembrerebbe che il famoso termine del 25 giugno, quando la FIGC aspetta che la richiesta di iscrizione al campionato venga fatta già dalla nuova proprietà, sia riferito non all’iscrizione ma, almeno inizialmente, alla sospensione dei contributi federali (diversi milioni di euro), fattispecie che comporterebbe una indagine da parte della Procura Federale e una deadline di altri 30 giorni per perfezionare tutto. Gli avvocati, tuttavia, ritengono che parte della normativa sia anticostituzionale e che la giustizia ordinaria ribalterebbe le eventuali istanze degli organismi sportivi. In pratica viene contestato quanto segue:

-il prezzo lo stabilisce chi vende e non si può certo chiudere una trattativa da 80 milioni di euro in un mese. Il fatto che ci si ponga questo problema conferma che, fino ad oggi, non c’è nessuna trattativa chiusa nè alcun accordo già sottoscritto. Mezzaroma ha già parlato metaforicamente di “esproprio”, l’avvocato Gentile sostiene che questo tipo di regolamento stringente favorisca avvoltoi che proveranno a prendere il club al prezzo più basso possibile

-se Mezzaroma lasciasse la Salernitana non potrebbe mai più far parte del mondo del calcio poichè le multiproprietà sono state abolite e l’abominevole veto esteso agli affini di quarto grado persiste. “Nel concetto di libera impresa è anticostituzionale non permettere a qualcuno di investire in un settore solo perchè la sorella è sposata con il presidente di una squadra di A” ribadiscono i legali.

-sebbene Gentile non sia convinto, c’è un passaggio della normativa che parla chiaro. “Non si va incontro alle sanzioni previste dal regolamento se i fatti vengono determinati da cause di forza maggiore (successione post mortem) o indipendenti dalla volontà dei soggetti interessati”. Lotito, come sempre detto, è obbligato a cederla, ma non ha colpe se nessuno soddisfa i requisiti.

C’è chi pensa che gli 80 milioni richiesti siano troppi, in realtà tutto ciò scaturisce dalla somma di tutto ciò che incasserebbero Lotito e Mezzaroma se potessero presiedere il club in massima serie. Tra diritti tv, sponsor, contributi federali e incassi al botteghino la Salernitana avrà introiti molto vicini a quella cifra.

Qual è, dunque, la soluzione? Qualche timido sondaggio sembra sia finalmente stato fatto, non tale da parlare di trattativa. Restiamo dell’idea che i nomi che escono prima sui giornali non possano essere mai veritieri e che tanta gente stia marciando su questa situazione per pubblicità, agevolata dalla memoria corta e dall’incomprensibile appoggio dell’utenza social. La strategia del club è definita: almeno per ora Mezzaroma cercherà di mantenere una quota minore (anche inferiore al 49%) e Lotito cederà ad un terzo che non abbia nessun tipo di legame familiare con lui. L’ipotesi del fondo estero prende corpo, quella del trust è pista bocciata e accantonata: ne parlarono pubblicamente alcuni legali vicini a Lotito ma anche testate nazionali di prestigio. In merito c’è una certa spaccatura tra chi ritiene che la gestione di un bene non modifichi la proprietà e chi, invece, fa l’esempio della Salernitana Calcio di Lombardi che, come noto, girò il marchio alla moglie. E i beni immateriali non rientrarono nel fallimento del club perchè appartenenti ad una società terza chiamata Energy Power. Se da qui a dieci giorni tutto restasse immutato, a quel punto l’ipotesi di sondare il mercato per cedere il 100% diventerebbe concreta. Ma, ovviamente dopo aver perfezionato l’iscrizione, si potrebbe portare il caso al CONI, ma soprattutto al TAR e al Consiglio di Stato per valutare eventuali anomalie nell’ordinamento sportivo. Una battaglia legale che i tifosi vorrebbero scongiurare, ma che qualunque imprenditore intraprenderebbe se fosse certo di aver subito una ingiustizia. Di fondo permane una certezza: Lotito, Mezzaroma e Fabiani non sono degli sprovveduti e, nel rispetto delle norme, una soluzione la troveranno. E, dimostrando l’esistenza di una trattativa e di tempi tecnici per chiudere gli accordi, l’ipotesi di una nuova proroga è concreta. Chiudiamo con la loro promessa: il 22 agosto la Salernitana scenderà in campo e in serie A. E arriva una ulteriore indicazione: ai fornitori ufficiali avrebbero già detto che i punti di riferimento per la prossima stagione saranno i medesimi dirigenti che hanno lavorato a Salerno dal ritorno in B ad oggi. Non a caso si sta lavorando per la gadgettistica estiva .

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