Castori vs lockdown: “Se esprimi un parere vieni infangato, sembra dittatura. Il mio pensiero a bambini e lavoratori”

“Prendo atto con tristezza di quello che sta succedendo, si vanno a toccare diritti come lavoro e libertà. Stavolta lo accettiamo mal volentieri, già in Primavera è accaduto un qualcosa di simile. Non sta a me andare oltre, ma è una cosa pesante per tutto e per tutti. E’ una piaga, anche dal punto di vista economico”. Così il tecnico Fabrizio Castori ha commentato, anzitutto, le parole del Governatore della Campania Vincenzo De Luca che ha annunciato lockdown e messo in dubbio, indirettamente, la normale prosecuzione del campionato. Si prova a parlare di calcio: “La squadra si sta muovendo in modo molto equilibrato, sotto l’aspetto tattico siamo cresciuti. A volte puoi essere bravo a far gol, altre volte a non prenderlo. Ciò che conta è migliorare gara dopo gara e sono felice dell’atteggiamento dei calciatori. Posso dire, ad esempio, che Dziczek ha messo da parte i problemi che tutti conoscete e rappresenta una valida soluzione. Ormai si scende in campo ogni 2-3 giorni, avere in rosa un calciatore bravo mi permette di lavorare su situazioni diverse. C’è anche Gondo ed è una buona notizia. C’è un dato di fatto: chi ha lavorato con noi in ritiro sta avendo meno problemi di natura muscolare. CIò accade perchè, monitorandoli ogni giorno, sappiamo cosa e quanto possano dare. La preparazione estiva è alla base del nostro lavoro, la ritengo determinante per affrontare la stagione e avere sempre un quadro chiaro”.

Si torna sul discorso Covid e, finalmente, apprezziamo un allenatore che parla senza peli sulla lingua: “E’ legittimo avere un minimo di preoccupazione, ma la paura non deve esistere e non possiamo vivere nel terrore. Altrimenti a breve ci chiuderemo in casa e diventiamo matti, per quanto possibile cerchiamo di sdrammatizzare. Chi vive di calcio è privilegiato, abbiamo la fortuna di sapere subito se siamo positivi o negativi. Se ci rapportiamo alla povera gente che, tra poco, sarà costretta a chiudere attività e negozi…dobbiamo solo essere contenti di poter fare il nostro lavoro. Il contesto sociale è brutto, è una cosa che commento con tanta amarezza. Se oggi esprimi un parere ti infangano, sembra quasi di essere in dittatura. Nessuno parla del grosso danno che si crea a chi deve chiudere, i bambini che vanno a scuola stanno crescendo in un clima difficile e ne pagheranno le conseguenze. Ci insegnano a non regalare computer e cellulari, ma come li tieni chiusi in casa senza fare nulla per mesi e mesi? Ci sono tanti professori che parlano, la vita pratica è tutt’altra cosa. Ma stiamo zitti e andiamo avanti, altrimenti si scatenano i dibattiti politici. Io la prendo male, è come se fosse una punizione. Lo facciamo perché dobbiamo, esistono regolamenti a cui attenerci. Io continuerei a far giocare le partite, ma terrei aperte tutte le attività”.

Sul più che parziale ritorno dei tifosi: “So che c’è tanta gente rammaricata perché non può venire allo stadio. Questa squadra si sta accattivando le simpatie delle persone, mi riferisco ai tifosi che incontro io per strada e con i quali mi confronto. Sappiamo benissimo che c’è un grande attaccamento alla maglia, Salerno è un valore aggiunto e conosco bene le potenzialità della piazza. Speriamo non chiudano tutto e che il calcio possa essere messaggio di speranza e di forza per ciascuno di noi. Il mio appello è che almeno i 700 biglietti a disposizione possano essere venduti, sarebbe un segnale di normalità e potremmo vivere un paio d’ore all’insegna della spensieratezza”. Sugli infortuni: “Anzitutto mi dispiace per Lombardi. Contavamo molto su di lui, purtroppo è recidivo e questo pesa tanto. Allo stesso tempo non va tolta fiducia a chi lo deve sostituire, chi scenderà in campo saprà rimpiazzarlo nel migliore dei modi. Con tutte queste gare ravvicinate perdiamo anche una soluzione dal punto di vista numerico, non possiamo fare altro che prenderne atto senza attribuire responsabilità di nessun genere. Gondo viene in panchina, è fermo da 20 giorni ed è prevedibile non possa partire dal primo minuto. Leggeremo la gara per capire se ci sarà necessità di dargli minutaggio”. Sui progressi della squadra ben evidenziati anche dal pareggio di Vicenza: “Piano piano svilupperemo gioco a memoria, io insisto su concetti chiari senza inserire di continuo delle variabili. Il tempo ci darà ragione, vogliamo un gioco veloce e ricco di idee. Non so quanto tempo occorrerà per vedere una Salernitana completa, ma non ci poniamo nessun tipo di limite. Da quando alleno non ho mai dato indicazioni sulla formazione, la mia risposta è sempre uguale: chi è convocato può scendere in campo dal primo minuto. Mi piace tenere tutti sulla corda, la reattività e la concentrazione sono elementi fondamentali. Dire prima l’undici alla squadra dà vantaggi all’avversari e rappresenta un autogol per un tanti motivi. Il discorso della meritocrazia è importante, la maglia va guadagnata e io sto attento a ogni singolo comportamento fino ad un’ora e mezza dal calcio d’inizio”

Infine sull’avversario: “L’Ascoli è una squadra di qualità, che sta crescendo settimana dopo settimana. Hanno Sabiri che, in estate, è stato accostato anche alla Salernitana e ci era stato proposto tramite la Lazio. Ha fatto altre scelte, dovremo stare attenti. E’ un avversario interessante, da prendere con le molle. Noi, però, abbiamo identità e personalità e, nel pieno rispetto dell’Ascoli, dobbiamo pensare a noi stessi”.

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