Comune, l’attacco strumentale dopo la sconfitta. Ecco quanto versa la Salernitana e i dettagli sulla convenzione

Come si può pretendere dalla tifoseria un clima positivo e propositivo se ogni volta che la Salernitana perde arriva un attacco da parte dell’amministrazione comunale? Come se non bastassero le parole del Governatore Vincenzo De Luca a marzo e la richiesta di “rispetto” durante le celebrazioni del centenario (occasione nella quale l’ex Sindaco si riscoprì innamorato della Salernitana dopo anni di assenza e di silenzi), ecco le accuse su presunte morosità e su pagamenti non corrisposti, situazioni che eventualmente andrebbero discusse privatamente con i diretti interessati e non sulle pagine dei giornali magari documentando quanto si afferma. La premessa è talmente scontata che sembra quasi ridicolo doverlo sottolineare: lo stadio Arechi è del Comune ed è assolutamente normale che sia il proprietario a pagare spese ordinarie e straordinarie come accade in tutte le città d’Europa. Invece la convenzione stipulata pochi anni fa certifica una realtà completamente diversa. Nel 2011 fu stabilito infatti che l’impianto di via Allende fosse lasciato in gestione alla Salernitana per le gare casalinghe e per due allenamenti settimanali dietro pagamento di un canone variabile a seconda del tipo di campionato in cui militava la prima realtà calcistica cittadina. Stesso discorso per il campo Volpe, in condizioni pietose quando Lotito e Mezzaroma giunsero a Salerno e totalmente ristrutturato grazie all’intercessione dei patron che ottennero i fondi del credito sportivo presentando un progetto immediatamente ritenuto valido.

Tornando nello specifico, si legge nella convenzione che alla Salernitana spetta un introito annuale forfettario di circa 150mila euro, per tutta la durata della stagione, cifra non modificabile e con assegni quadrimestrali. Questa sorta di compensazione scaturisce dal risparmio che Lotito e Mezzaroma hanno garantito all’amministrazione comunale che, se si fosse fatta carico dei lavori che le spettavano per dovere, avrebbe speso una cifra di 250mila euro soltanto per il manto erboso. La proprietà, con grande senso di responsabilità, sottolineò invece la necessità di un intervento a 360° e sborsò tale cifra di tasca propria consentendo alla Salernitana di giocare su un autentico tavolo da biliardo spesso premiato anche dalla Lega di B, senza dimenticare il rifacimento del sistema di drenaggio totalmente carente. Era dal 1990 che nessuno dell’amministrazione comunale aveva messo mano ad un impianto obsoleto, fatiscente, non in grado di supportare nemmeno la prima pioggia autunnale con conseguenze devastanti per la salute dei giocatori. Non solo. Nella convenzione il Comune ha inteso specificare che qualsivoglia responsabilità per danni anche derivanti da eventi terzi ad una competizione sportiva fossero a carico dell’U.S.Salernitana “chiamata ad adottare le cautele necessarie a garantire l’incolumità degli addetti ai servizi e dei cittadini, ad evitare che siano prodotti danni a beni pubblici e privati assumendosi ogni responsabilità con conseguente risarcimento danni. L’U.S.Salernitana sarà responsabile, nei confronti dell’amministrazione, per ogni sorta di negligenza o per una scorretta manutenzione”. Tradotto: se il Comune organizza un concerto e gli spettatori distruggono il manto erboso o danneggiano il sistema di drenaggio e la Salernitana a dover mettere mano al portafoglio. Non a caso Lotito, nel 2015, ha chiesto espressamente che queste manifestazioni fossero svolte in altri spazi che, naturalmente, a Salerno non ci sono pur parlando spesso e a sproposito di città europea. Ad onor di cronaca aggiungiamo che tre volte, per colpa di eventi extra, la Salernitana ha dovuto giocare le partite di coppa Italia teoricamente previste in casa a Benevento, Alessandria e Gubbio con spese importanti e la perdita di tre incassi non indifferenti.

In sintesi: la Salernitana ha speso 250mila euro per il nuovo manto erboso e per il sistema di drenaggio mettendo mano ad un bene non di sua proprietà, dal 2014 ad oggi ha speso oltre un milione di euro per il fitto dell’Arechi, versa 22mila euro al mese per il campo Volpe ed è l’unica società in Italia alla quale si chiede di farsi carico delle spese finanche dei vigili urbani. Non solo. Lotito e Mezzaroma hanno messo gratuitamente a disposizione il Volpe per le squadre del settore giovanile che fino a poco tempo fa erano costrette a peregrinare in giro per la Campania (con altri esborsi onerosi), per la squadra femminile e per l’Honved Coperchia, formazione di Promozione che usufruisce della struttura senza sborsare un euro. In pratica una società privata che fa calcio fornisce alla cittadinanza un servizio che il Comune non è in grado di offrire: non c’è una cittadella dello sport, non ci sono campi che soddisfino le legittime richieste di quei giovani che, attraverso lo sport, potrebbero allontanarsi dalle strade e che invece non hanno nemmeno un luogo dove potersi ritrovare per un semplice allenamento. Fa specie che alcuni politici si soffermino sull’Arechi e sulla Salernitana (obbligando i tifosi a pagare un euro per il parcheggio, per poi incassare il 5,5% sugli incassi) quasi come se volessero spostare il tiro su una delle poche cose che funziona. In una città con alto tasso di disoccupazione, sporca, senza attrattive per i ragazzi, con un tasso di analfabetismo crescente e famiglie distrutte ogni giorno si punta il dito su chi ha tolto il Comune da diversi imbarazzanti a suon di migliaia di euro. Non a chiacchiere. Perchè questi politici (fatta eccezione per l’assessore Angelo Caramanno) tacevano quando a maggio e giugno c’erano attacchi da tutt’Italia nei confronti della Salernitana e della sua società, mentre a Foggia e Palermo Sindaco, assessori e governatori scesero in piazza minacciando scioperi e incatenamenti? Che qualcuno, per motivi extracalcistici, aspettasse la retrocessione per proporre imprenditori meno facoltosi, ma politicamente più vicini a certe ideologie? Si ricordino, questi signori, che tutti gli allenatori, i dirigenti, i presidenti e i calciatori transitati per Salerno fino al 2011 hanno indicato nell’assenza di strutture un problema gravissimo e ostativo e che oggi c’è un gioiellino come il Mary Rosy creato dal nulla, con idee e investimenti.

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