De Sanctis: “Fimmanò non rappresenta la Salernitana. Mercato legato ai prestiti”

Ore 17:30 – Inizia la conferenza stampa

Parte il direttore sportivo Morgan De Sanctis: “Non possiamo non iniziare con un ricordo del compianto Gianluca Vialli, esempio per valori tecnici e di forza morale. Tra l’altro al mio fianco ho proprio un calciatore che giocava nella Juventus, club nel quale ha fatto cose straordinarie. A nome mio e del club un abbraccio fortissimo alla sua famiglia. Proviamo ora a parlare di calcio. Conosco da tantissimo tempo Nicolussi Caviglia. La sua carriera ha subito una interruzione per un brutto infortunio, c’è stata la possibilità di portarlo a Salerno e sono convinto che da subito potrà dare un grosso contributo al mister e al gruppo. Senza le vicissitudini che ha avuto lo avremmo già visto ai massimi di livelli della serie A, contiamo che raggiunga certi livelli con la nostra maglia”.

Si passa a Nicolussi Caviglia: “Devo ringraziare il SudTirol, se oggi sono qui è perchè mi hanno dato una grossa opportunità. Non posso che ringraziare il direttore sportivo e l’allenatore. Mi sono bastati due giorni per capire quanto sia bello stare qua e cercherò di dare il mio contributo già domenica prossima. Nicola l’ho sentito già prima di firmare il contratto, sono a sua disposizione. Dal punto di vista atletico sto bene, fino al 26 ho giocato con continuità in un modulo con due centrocampisti. Una sorta di mix tra mediano e mezzala. Ed è questo il ruolo che ho ricoperto più spesso”.

Quanto sente forte la passione per il gioco del calcio e quanto il suo entusiasmo può far bene al gruppo?
“In questi due giorni mi sono calato subito nella realtà della Salernitana e voglio condividere le mie emozioni con i tifosi. Non vedo l’ora di scendere in campo, soprattutto all’Arechi. Il calcio è la mia vita, sono giovane ma posso trasmettere la carica giusta ai miei compagni”.

Da esterno che percezione aveva del mondo Salernitana?
“Quando ho parlato con mister e direttore ho capito si trattasse di una società ambiziosa. Non vedo l’ora di cominciare, la prima impressione per me conta molto ed è stata assolutamente positiva. Dal vivo percepisco le stesse sensazioni che avevo prima di svolgere il primo allenamento. Ho sentito anche Pasquale Mazzocchi e gli avevo manifestato la mia volontà di accettare questa proposta, lui mi ha incoraggiato e so che è un ragazzo positivo e un giocatore forte”.

Lei è più simile a Coulibaly o a Maggiore?
“Credo a Maggiore”.

Perchè il numero 41?
“Ho sempre usato il 14, però in A ho esordito col 41 e ci tenevo”.

Questi sei mesi a Salerno li vivrà con la consapevolezza che saranno importanti in ottica Juventus o se vede la Salernitana come una possibilità che vada oltre giugno?
“Vivrò questi sei mesi come ho sempre fatto, ovvero pensando al presente giocando gara dopo gara e dando il massimo nei singoli allenamenti. Tutto il resto verrà in secondo piano”.

Contro il Torino è quasi un derby per lei?
“E’ una partita come le altre e ci tengo a fare molto bene”.

La Salernitana calcia poco dalla distanza, lei porta questo valore aggiunto…
“Lo spero. Io seguirò i compiti del mister, le mie qualità verranno fuori di conseguenza quando ci sarà l’occasione”.

C’è un modello di riferimento e perchè ha scelto Salerno?
“Ci tenevo a tornare in serie A, la società mi ha fatto avvertire subito totale fiducia e questo per me è fondamentale. Il mio riferimento è sempre stato Johan Cruijff, un rivoluzionario e un professionista di spessore assoluto. Tra quelli più attuali direi Kevin De Bruyne, uno dei migliori in Europa nel suo ruolo”.

Parla ora il direttore sportivo De Sanctis:

In quali altri ruoli pensate di rinforzarvi?
“E’ probabile che faremo qualche altra operazione a gennaio. In realtà, se non ci fossero stati gli infortuni seri di alcuni calciatori, avremmo preso calciatori giovani e di prospettiva. E Nicolussi Caviglia lo avremmo preso lo stesso, nel nostro sistema di gioco può agire da “6” e da “8” e originariamente mi volevo muovere in questa direzione. Prendere under validi subito poteva consentire di ritrovarceli tra sei mesi ancora più pronti. Stiamo ragionando a 360°, non escludo l’arrivo di un quinto capace di giocare sia a destra, sia a sinistra e poi un’altra mezzala. Non dimenticherei che ci sono uscite da fare, l’organico è ampio e riteniamo sia assolutamente valido e soddisfacente. Bisogna sempre tener presente l’equilibrio finanziario”.

Sarr è un obiettivo?
“Ha le caratteristiche che stiamo cercando”.

Pensate anche a un difensore centrale e, nel caso, sarà un esperto?
“La lista e i posti da extracomunitari sono fattori che determinano quando si affronta il tema del mercato in entrata. Sotto questo aspetto non siamo molto stretti, abbiamo degli spazi perchè alcuni calciatori sono fuori dal progetto. In questo momento abbiamo sette difensori centrali, non sono stressato da una ricerca di questo tipo. Se ci possiamo migliorare non ci tireremo indietro. 371 giorni fa non si sapeva che fine avrebbe fatto la Salernitana, oggi siamo a 3 punti dalla zona sinistra della classifica, diversi calciatori nel giro delle nazionali giovanili e otto punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Ci vuole rispetto per la rosa che abbiamo allestito in estate. Poi c’è un proprietario che ha sempre dato grande disponibilità, il suo valore va sempre e comunque riconosciuto ma ciò non vuol dire non fare calcio sostenibile. Ho la responsabilità grossa di non far investire senza fine capitali di ogni genere, la Salernitana deve diventare un esempio anche sotto questo punto di vista e vorrei che i giornalisti facciano passare questo messaggio con chiarezza. Siamo forti, ci sono professionisti che lavorano 24 ore su 24 e che vogliono migliorare il club senza intossicarlo sul piano finanziario. Altrimenti diventa un problema se il maggior azionista perde entusiasmo e voglia di investire”.

Che tipo di esterno cercate?
“Oggi è quasi più facile trovare destri che giochino a sinistra che viceversa. Avete nominato tanti profili in queste settimane. Ora sto cercando uno specialista che si adatti come ha fatto Mazzocchi. Credo che prenderemo un over”.

Henry vi piace?
“Non stiamo lavorando sugli attaccanti perchè ne abbiamo cinque in rosa e siamo soddisfatti. A livello di minutaggio, pur sapendo che non c’è un equilibrio assoluto, direi che tutti stanno avendo lo spazio necessario e meritato in relazione a rendimento, età e altri fattori. Non cerchiamo un attaccante. Bonazzoli non è sul mercato, questa precisazione è importante. Costantemente ricevo telefonate, l’unica offerta seria che è arrivata è quella della Cremonese ma è stata rispedita al mittente perchè è assolutamente all’interno del nostro progetto. E’ stato tra i primi tre protagonisti della salvezza della Salernitana, non si può pensare di cederlo dopo sei mesi e dopo un sforzo economico notevole. Vi prego di trasferire con chiarezza questo messaggio. La proprietà certo non cede quei giocatori che stanno dando il massimo contributo, non c’è la logica del “dobbiamo monetizzare”. A noi interessa fare punti”.

Gyomber resta?
“E’ un titolare, ha fatto nove partite. Il rinnovo del contratto esula dal discorso tecnico. Procuratore, giocatore e società ragioneranno, noi stiamo facendo le nostre valutazioni. Non andrà via. L’agente lo sa, ciclicamente parla anche lui. Permanenza attuale ed eventuale rinnovo sono discorsi differenti. Si può essere giocatori della Salernitana fino al 30 giugno pur senza prolungare l’accordo. Io con Norbert ho giocato ai tempi di Roma e non ho assolutamente dubbi sulla sua professionalità”.

Dopo la vittoria con la Lazio cosa è successo?
“Accadde anche dopo la Juventus, però in questo caso sono passati già 50 giorni. A mio avviso nessuna squadra si può accontentare, figuriamoci noi che siamo la Salernitana. Vigiliamo affinché non ci siano cali di tensione e di concentrazione. Staremo attenti a ogni dinamica, gli otto punti di vantaggio sulla terzultima e il -3 dalla decima richiedono attenzione massima perchè mancano ancora 22 partite. E con un calendario di un certo tipo per noi”.

Che budget è stato messo a disposizione a gennaio?
“Il presidente ha voluto riconoscere un budget extra per questa sessione invernale. Saremo orientati ai prestiti, poi se si presenta l’opportunità valutiamo. E’ chiaro che si può pensare di comprare un giocatore, ma deve essere al 100% all’interno della nostra logica. Giovane, di prospettiva, pronto a dare un contributo e che costi il giusto. A gennaio il prezzo giusto non esiste perchè chi ha delle cose buone se le tiene o propone prezzi fuori portata. Dobbiamo operare sulle occasioni, è altrettanto difficile visto che siamo in A e servono atleti di un certo livello. Così si può ripiegare su giocatori che non sono protagonisti laddove militano ora”.

Perchè Zortea non è arrivato?
“Non c’è l’accordo economico, ma da parte dell’Atalanta c’è apertura e collaborazione”.

Quanto conta la gara di domenica col Torino?
“Partita fondamentale per tutti noi e per la classifica. Voglio aprire una parentesi. Per me la Salernitana è una grande famiglia, ne fate parte anche voi giornalisti che veicolate all’esterno il messaggio della società e che permettete ai tifosi di farsi un’idea su quanto accade. Non mi è piaciuto quello che è successo qualche giorno fa, ho letto articoli totalmente inventati e ci resto male. Se si parla di “confronto acceso” con lo staff tecnico o di scontri durante una riunione non si svolge bene la propria professione. Giammai ci sarà un livello alto nei toni, a me piace confrontarmi in modo serio e corretto. Nicola e Iervolino sono sulla stessa lunghezza d’onda. Non è stato fotografato in modo perfetto lo stato attuale delle cose e ci tenevo molto a dire questa cosa”.

A inizio stagione parlò di una Salernitana duttile e camaleontica, ma Nicola utilizza sempre lo stesso modulo. In questo mercato si aggiungeranno calciatori con caratteristiche differenti o si proseguirà in ottica 3-5-2?
“Io e il mister ci siamo presi l’impegno di costruire una rosa in ottica 3-5-2. Non abbiamo mai parlato della classica ala che si mette sulla linea. Nel secondo tempo col Sassuolo abbiamo giocato col 4-3-3 con Dia e Valencia sulle corsie esterne. Di comune accordo ragioniamo su tanti ruoli ma non sulle ali. Non fanno parte del progetto tecnico del nostro allenatore. Se poi nel tempo si apporteranno delle modifiche lo deciderà Nicola. I terzini di base ci sono, purtroppo Mazzocchi si è fatto male”.

La squadra però è in costante involuzione. Occorrono calciatori di livello, non solo di prospettiva. E un allenatore che lavora meglio sul piano tattico…
“Prima parlavo di una grande famiglia, è un discorso al quale tengo tantissimo. Ognuno deve lavorare nel proprio ambito assumendosi la responsabilità. A questo tipo di osservazione deve rispondere l’allenatore, col quale io mi confronto. Ciò che mi chiede provo a realizzarlo sul mercato, sapendo che sopra di me c’è un presidente che detta le condizioni e i tempi. E’ lui a determinare la sostanza finanziaria. Il mio ruolo è quello di fare il direttore sportivo, la sua domanda è di natura tecnica. Io devo accontentare Nicola, lui ha un gruppo a disposizione e ha il compito di ottenere punti. Per farlo schiera il modulo e gli uomini che ritiene più funzionali. C’è chi esce da un certo ambito e parla anche di mercato, ma è una caratteristica che non mi appartiene”.

Tra i calciatori in uscita c’è anche Kastanos e riscatterete Dia?
“Ci deve essere equilibrio tra entrate e uscite. Abbiamo ceduto Micai e preso Ochoa. E’ uscito Motoc, non entrerà nessuno in sua sostituzione. E’ arrivato Nicolussi Caviglia e andranno via anche Sy, Orlando, Kristoffersen e Capezzi. Loro sono fuori dal progetto per un fatto oggettivo: non hanno mai giocato in serie A quest’anno. Forse qualche minuto in coppa Italia. Sugli altri…aspettiamo. Abbiamo già pagato abbastanza dazio alla sfortuna, perdere tre giocatori titolari non è una botta da poco per una società come la Salernitana. Per Dia non c’è fretta, a giugno sarà tutto più chiaro e capiremo se il gradimento è reciproco”.

Non crede sia difficile far veicolare messaggi giusti all’esterno se poi altre anime della società dicono sempre il contrario di quanto afferma lei?
“Ho grande stima per il professore Fimmanò. Quando fa alcune dichiarazioni sappiamo che può portarci da una parte o dall’altra. Consideratelo un uomo che all’interno della Salernitana non riveste nessun incarico ufficiale. Il presidente me lo ha sempre presentato come una delle persone più importanti della sua vita e del percorso professionale e imprenditoriale. Segue il calcio da tanto tempo, parla di calcio e vuole bene alla Salernitana. Certe volte alcune sue frasi possono essere più o meno opportune, ma per me è una persona valida e che ho piacere di ascoltare perchè la rispetto profondamente. Ma, nell’ambito gerarchico, vi assicuro che non interviene mai nè in questioni societarie, nè dirigenziali, nè tecniche. Nel pranzo di ieri, infatti, non c’era. Sul piano della comunicazione si fa fatica a ridimensionarlo perchè è molto espansivo”.

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