Di Michele: “La salvezza si conquista contro le compagini alla tua portata”

<E’ stato il mio trampolino di lancio Salerno e rivederla in serie A dopo 23 anni di assenza mi ha fatto un certo effetto visto che un pezzo di cuore l’ho lasciato proprio lì da voi>. E’ emozionato David Di Michele ex attaccante della Salernitana, stagione 1998 – 2001, 92 presenze in granata, 40 gol realizzati,  quando inizia a parlare di quel periodo della sua vita, della squadra che con Delio Rossi in panchina <grande allenatore ma non c’era molto feeling con lui visto che spesso preferiva far giocare altri al mio posto> arrivò nella massima serie e della quale <re David> come venne subito chiamato dai tifosi di fede granata ne fece parte anche se realizzò in quella stagione solo 3 gol.

Ma per il calciatore nativo a Guidonia fu importante l’impatto con la realtà salernitana visto che esordì in serie A, giovanissimo, proprio con la maglia granata cercando di dare un apporto concreto ( giocava da seconda punta), ad una stagione che, purtroppo, finì con quella ingiusta retrocessione. <Rimane l’amaro in bocca per come si concluse quella stagione visto che eravamo una squadra con tante buone individualità ma anche vogliosa di arrivare alla salvezza che purtroppo svanì proprio nell’ultima giornata>

Acqua passata, è vero, ma ora guardiamo al futuro, a questa nuova Salernitana in serie A. Contento David di rivederla nella massima serie? <Sarei un ipocrita se dicessi il contrario. La vittoria nel campionato di serie B nella scorsa stagione non era affatto scontata, è vero, ma poi è arrivata per la squadra granata quella lunga serie di risultati positivi che le ha fatto fare il gran salto. Ed ha gratificato un ambiente <caldo> come quello di Salerno anche se la pandemia ha tenuto lontano i tifosi dallo stadio per tanto tempo. Oggi sono ritornati, è vero, anche se in minima parte e saranno determinanti, spero, nella lotta per la salvezza della loro squadra>

Un avvio da brividi, cinque sconfitte, un solo pareggio. Poi la vittoria contro il Genoa la scorsa settimana. Come giudichi la partenza non brillante dei granata, David?

<Le difficoltà erano in preventivo, credo. L’impatto con la serie A anche difficile visto che le sconfitte contro Roma e Torino con ben quattro gol incassati nelle due gare avevano in un certo qual modo raffreddato gli entusiasmi di una tifoseria che io giudico eccezionale. Ma contro squadre di una certa caratura nella massima serie si incontreranno sempre difficoltà. Si deve puntare a compagini che sono alla tua portata (e ce ne sono almeno cinque/sei) e che certamente ti potrai mettere alle spalle nel corso di questa stagione>

Come giudichi l’ingaggio di un grande calciatore come Franck Ribery?

<Eccezionale visto che si è calato subito nella realtà di una squadra che dovrà lottare e tanto per salvarsi. Lui ha vinto tutto nella sua lunga carriera e si è rimesso in gioco proprio a Salerno cercando di dare quel qualcosa in più a tutti i suoi compagni di squadra. <Chapeau> ad un campione al quale piace giocare a calcio e malgrado i suoi 38 anni sarà un perno importante in questa squadra>

Fabrizio Castori è convinto che la squadra, malgrado la partenza non bella, sia sulla buona strada. Sei d’accordo?

<Del mister non posso che parlare bene. E’ stato mio allenatore a Reggio Calabria nel 2013. Ho avuto un grande rapporto con lui, è un tecnico che lavora bene e motiva tanto le sue squadre. Purtroppo in quella Reggina nella quale giocavo e lui allenava ci furono delle divergenze con la società e lui fu esonerato. Ma, ripeto, è una allenatore che trasmette tanto ai suoi calciatori e lo farà anche in questa squadra per farla rimanere in serie A>.

C’è qualche calciatore che ti somiglia in questa Salernitana?

<Credo di no. Io ero soprattutto seconda punta, mi piaceva partire sulla fascia e convergere al centro. Si potrebbe pensare a Bonazzoli ma lo vedo come prima punta>

Parliamo del pubblico di Salerno. Quanto incide la spinta dell’Arechi sulle prestazioni dei propri beniamini?>

<Direi tantissimo perchè l’incoraggiamento ai calciatori sul terreno di gioco ti porta sempre a non perdere di vista il massimo obiettivo da raggiungere, cioè la vittoria. E quando finisci la benzina in campo, la spinta notevole ti dà quella energia per ripartire alla grande. A me faceva questo effetto. Lo ha fatto sempre per i tre anni che sono stato calciatore della Salernitana. Anni bellissimi. E’ vero ho avuto anche alti e bassi nel corso della mia carriera a Salerno, qualche frizione con i tifosi dopo la retrocessione dalla A, ricordo nella partita contro la Pistoiese in B dopo il mio gol-vittoria che mi fecero arrabbiare per i fischi che non meritavo. Poi tutto si è sempre ricomposto. E sono grato ai tifosi della Salernitana che mi hanno voluto omaggiare con quel <Re David> quando giocavo che ancora oggi leggo da molte parti>

Ed a proposito di oggi, di questo futuro da tecnico (Di Michele ha 45 anni) alla guida dell’under 17 del Frosinone, come te lo immagini?

<Spero di seguire le orme di tanti bravi allenatori che ho incontrato nel corso della mia carriera da calciatore. Mi ispiro a Luciano Spalletti che mi ha allenato ad Udine e del quale conservo ottimi ricordi. Ma anche da altri allenatori ho cercato di carpire qualche cosa che mi sarà utile, spero, in questa carriera. Ora permettimi di dire che sono gratificato per questo incarico nel Frosinone come allenatore dell’under 17 e spero di fare bene nel mio lavoro>

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