Dopo il Cesena anche il Bari chiude il sipario

Dopo il fallimento del Cesena, anche se era nell’aria, è giunto anche quello del Bari. La società pugliese non ha effettuato la ricapitalizzazione, dopo l’esclusione dal campionato di Serie B provocata dalla decisione della Covisoc.  Non è andata a buon fine la trattativa, su iniziativa del sindaco Decaro, tra gli imprenditori Radrizzani e Napoli e il presidente dimissionario Giancaspro. Si chiudono così 110 anni di gloriosa storia del club. Dispiace sia per il Cesena, che per la squadra pugliese in particolare, legata profondamente da un gemellaggio con i supporter della Salernitana.

E’ la conseguenza di scellerate gestioni societarie. La riflessione è d’obbligo e il pensiero è rivolto a quanti contestano l’operato dei presidenti Lotito e Mezzaroma. Spendere in maniera sconsiderata senza ottenere risultati che compensano lo sforzo economico, porta spesso al fallimento. Si può pretendere di più certamente, ma le spese di gestione non devono mai superare il limite del rischio, se non si vuole incappare in tali cocenti delusioni. D’altronde i due fallimenti di Aliberti e Lombardi, avranno pure insegnato qualcosa ai tifosi granata.

Avere una società con i conti in regola è il primo passo fondamentale verso il successo, poi chiaramente uno sforzo economico ai presidenti è chiesto, soprattutto in quest’anno particolarmente importante per la storia della Salernitana. In fondo, per chi si lamenta della campagna acquisti, siamo a metà luglio e manca circa un mese alla chiusura del calciomercato. La società non si tirerà certo indietro quando ci sarà da fare un sacrificio per ottimizzare il lavoro che sta iniziando ora il tecnico Colantuono. Bisogna avere fiducia…

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