Eboli, uno storico territorio dove si parla… granata

a cura di Romano Lello Ciccone 

Eboli sorge  sulle pendici del Montedoro, un contrafforte del gruppo montuoso Monte Raione – Monte Ripalta con un territorio per lo più pianeggiante composto dalla pianura alluvionale del fiume Sele, che ne delimita il territorio a sud e situato fra il comune di Olevano sul Tusciano e quello di Battipaglia. Ricca di reperti archeologici rinvenuti in diversi siti dislocati sulle colline, divenne un importante e fiorente centro artigianale e commerciale, come dimostrano i resti di un antico quartiere artigianale (datato III-II secolo a.C.) dedito alla produzione di ceramica, grazie alla presenza di tre fornaci romane. Nel Medioevo fu identificata con il nome Evoli (nel dialetto locale ancora oggi persiste la forma Jévule, evidente eredità del nome medievale). La città in questo periodo storico diventa un caposaldo del sistema difensivo del Principato di Salerno con il suo imponente Castello, eretto da Roberto il Guiscardo, circondato da mura e dalle sue cinque porte. Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell’omonimo circondario appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. In questo periodo, con la creazione di un apposito istituto, fu avviata la bonifica degli acquitrini e delle paludi che ricoprivano vaste aree di territorio coltivabile della piana del Sele. Eboli è conosciuta principalmente grazie al libro di Carlo LeviCristo si è fermato a Eboli, benché gli eventi dell’opera non siano ambientati nel comune campano, ma in Basilicata durante il regime fascista. La città è stata inoltre sede di un discorso bellicoso di Benito Mussolini poco prima dell’inizio della Guerra d’Etiopia (discorso che il dittatore stesso ricorderà all’inizio della campagna italiana di Grecia). Nel 1980, il terribile terremoto dell’Irpinia non risparmiò la città con il crollo di palazzi e il danneggiamento di scuole, la cui ricostruzione è stata completata solo al fine degli anni ’90. Durante il sisma due ebolitani persero la vita.

Per parlare di Eboli e dell’attaccamento della sua popolazione sportiva alla Salernitana, abbiamo contattato Gustavo Sparano, proprietario di un noto ristorante situato nel centro storico. “Sono il titolare del Ristorante “Il Panigaccio”, una pietanza di origine toscana (Podenzana), perché i miei genitori sono venuti da quella terra. Il locale si trova in Corso Garibaldi, 21 ma affacciamo su piazza della Repubblica. Siamo proprio al centro di Eboli e il mio ristorante è il più storico in quanto esiste da vent’anni. Qui mi trovo benissimo, il centro storico poi è stupendo e consiglio di visitarlo. Il mare è vasto per circa otto chilometri e distante solo una ventina di chilometri, insomma un paese arroccato nelle montagne ma che si sviluppa in modo molto aperto nella piana del Sele. Ma ribadisco che il centro storico è da visitare. Qui ci sono diverse attività e “il Panigaccio” è stato appunto un precursore del suo rilancio”.

Eboli è anche invasa da tifosi della Salernitana: “Io sono un tifosissimo e vado nella Curva Sud Siberiano, La contestazione contro Lotito? Vado un po’ controcorrente. Il co-patron ha un modo arrogante di porsi. Anche con i tifosi della Lazio, per colpa del suo carattere, non va d’accordo, ma è un grande imprenditore. Questa squadra ha un potenziale enorme e Ventura è il valore aggiunto. Possiamo raccogliere belle soddisfazioni e il problema multiproprietà, un nodo che dovrà necessariamente sciogliersi, si potrà risolvere nel momento in cui o tramite secondo posto o play-off si raggiunga l’obiettivo della promozione. Rispetto all’anno scorso è un’altra squadra, basta vedere il rendimento di Djuric. Nelle ultime gare dello scorso torneo, a dire il vero, non l’ho seguita. Era troppo avvilente. Ma quest’anno è tutta un’altra cosa, il nostro compito è sostenerla per raggiungere il sogno di noi tutti. Io andrò anche a Benevento a incitare i nostri calciatori, che rispetto al passato sudano la maglia e non sono abulici, come è capitato in altri tornei. Ora c’è un vero gruppo importante, che non deve essere condizionato negativamente né dalla proprietà che dalla tifoseria”.

Sta per chiudere il calciomercato, il suo parere al riguardo?Questa rosa con i nuovi arrivi sta bene così. Se dovesse venire un attaccante è meglio, ma uno che debba fare la differenza, altrimenti a me piace molto anche Giannetti, quindi o viene uno più forte o stiamo bene con lui. E mi piace anche Jallow, però sono molto critico con lui, per la sua protesta contro i tifosi che poteva risparmiarsi. Il pubblico ha il diritto di fischiare e lui non doveva reagire, perché i fischi non erano di stampo razzista assolutamente”.

In conclusione, crede davvero che questa squadra possa raggiungere obiettivi importanti?Si, ribadisco che credo molto nelle qualità di questa squadra. Mentre non penso che arrivati “al portone del Vaticano” ci sia qualcuno pronto a tirare il freno a mano. Non ci voglio credere e per questo vado ancora allo stadio”.

 

 

 

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