Fazio: “Il problema è atletico, brutte sensazioni dopo il ritiro. Tifosi, tutti allo stadio per restare in serie A”

L’arrivo a Salerno su precisa indicazione del suo mentore Sabatini, un inizio difficile dettato dalla lunga inattività pregressa, poi il gol decisivo contro la Samp e un finale di stagione importante che gli valse la riconferma pur con l’addio del direttore sportivo. Federico Fazio resta uno dei punti di forza della Salernitana e la sua assenza ha pesato in queste settimane soprattutto sul piano del carisma e della personalità. Tra poche settimane tornerà a disposizione e mister Paulo Sousa lo sta caricando ogni giorno con la speranza di avere il “Comandante” in campo già per la trasferta di Genova. La redazione di Tuttomercatoweb lo ha contattato in esclusiva per parlare di passato, presente e futuro. Ecco le sue dichiarazioni:

Anzitutto come sta Fazio dopo l’infortunio? 

“Spero di tornare il prima possibile, una lesione al polpaccio è sempre delicata e bisogna gestire tutto con cautela. Senza correre rischi cercherò di dare quanto prima una mano alla squadra. Già da Genova? Difficile. Non c’è una data di rientro specifica”.

Lei arrivò lo scorso anno con una Salernitana teoricamente spacciata. Cosa spinse ad accettare quella sfida?

“Sono arrivato esattamente un anno fa, è vero. Posso dire che sono molto legato alla Salernitana e alla città perché da subito ho provato delle sensazioni positive. Sono stato accolto bene e ho cercato di ripagare sul campo la fiducia del club e del pubblico. Anche se ora non stiamo attraversando un bellissimo momento posso dire che meritiamo, ora come all’epoca, di restare in serie A. Quello che abbiamo fatto pochi mesi fa mi ha regalato una emozione incredibile, chi è rimasto ha l’obbligo di centrare la salvezza. Sapevamo servisse una impresa, ma dal primo giorno che ho messo piede a Salerno percepivo la voglia di tutti di difendere la categoria. Quando si crea il clima giusto riesci sempre a superare l’ostacolo”.

Ora, però, la sua Salernitana è in difficoltà…

“Sì, anche se la nostra posizione di classifica non rispecchia le potenzialità della rosa. Se siamo lì sotto evidentemente lo meritiamo e non voglio cercare scuse, ma mi dà fastidio che la Salernitana non riesca ad esprimere il proprio valore contrariamente a quanto accadeva nella prima parte del campionato. Siamo più forti di quello che dice l’attualità, fa rabbia non riuscire a dimostrare ora quanto facevamo all’inizio della stagione. Gli infortuni hanno condizionato, gente come Mazzocchi e Maggiore è stata spesso assente. Stesso discorso per me. Lotteremo fino alla fine per salvarci, insieme ai nostri tifosi. Resta il rammarico perché potevamo fare di più e ambire a posizioni più alte. Conosco le potenzialità della piazza, della società, dei calciatori. Ce la faremo”.

Partenza super, poi un calo incredibile e vantaggio minimo sulla zona retrocessione. Che è successo?

“E’ una stagione che si può dividere in due parti. Due mesi ottimi, poi un calo e tanti risultati negativi. Dobbiamo assolutamente ritrovarci, occorrono spirito di gruppo e unione con la tifoseria. Da parte mia c’è la voglia di vincere, di salvarci per non buttare quello che abbiamo fatto l’anno scorso. Abbiamo vinto a Roma con la Lazio, c’è stato il pareggio con la Juventus, a Bologna ho visto una Salernitana capace di giocare un gran calcio. Ricompattiamo tutto l’ambiente, ritroviamo lo spirito giusto e proviamo a risalire la china”.

Come si spiega però una debacle clamorosa come quella con l’Atalanta?

“Non solo a Bergamo c’è stata una brutta Salernitana. Col Milan abbiamo perso 2-1 ma il risultato poteva essere diverso. Per tanto tempo gli avversari arrivavano sempre per primi sul pallone. In campo lo avverti quando non hai la stessa forza fisica degli altri. Col Torino è arrivato il pareggio, abbiamo portato a casa un punto eppure la Salernitana ha incontrato lo stesso tante difficoltà. Ora non è il momento di dire tante parole, è necessario ritrovarsi e tornare a vincere”.

Quanto può contare la spinta del pubblico in questa fase? 

“E’ decisiva. Sono fondamentali per noi. Posso paragonare la curva della Salernitana a quelle argentine. La spinta della gente serve ai calciatori che scendono in campo e solo stando insieme possiamo toglierci qualche soddisfazione. Ci stiamo rendendo conto che non stiamo attraversando un gran momento sul piano fisico e che tanti avversari stanno meglio, proprio per questo il tifo diventa imprescindibile per noi. Dico alla piazza che non è un problema di carattere, ma di forma fisica. Ricordo ancora quanto ci hanno dato l’anno scorso, in particolare in quella trasferta di Empoli in cui sembrava di essere all’Arechi. E’ gente che sa emozionare”.

Come mai la retroguardia della Salernitana subisce tanti gol?

“All’inizio del campionato eravamo tra le difese meno battute, poi c’è stato il 5-0 col Sassuolo e i numeri sono cambiati. Non è un problema di carattere, lo ribadisco ancora una volta. La mia percezione è che dopo la sosta qualcosa non ha funzionato, avvertivamo delle sensazioni negative poi confermate dai risultati e dalle prestazioni. Era evidente che tutti gli avversari arrivassero primi sulla palla. E questo incide sul risultato, la testa conta ma è importante anche la condizione atletica. Per la verità già prima della pausa avevamo fatto due brutte partite contro Fiorentina e Monza. Ora c’è un nuovo allenatore, ha bisogno di tempo e noi dobbiamo metterci a sua disposizione”.

Sorpreso dall’addio di Nicola e quanto può darvi Paulo Sousa?

“Quando le cose non vanno bene si cambia l’allenatore, anche se dobbiamo ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per noi. Se in campo non stiamo bene fisicamente non può essere solo colpa dello staff tecnico. Ora è arrivato Sousa, ha fatto tanto nella sua carriera come calciatore ma anche come allenatore. E’ stato in Inghilterra, in Brasile, in Italia. E la sua esperienza è proprio quello che ci serviva. Ci sta trasmettendo idee e concetti, ricordiamo però che è appena arrivato e i progressi non si notano dalla sera alla mattina. Sta a noi stare insieme il più possibile e dimostrare a Sousa di cosa siamo capaci. Se ha accettato è perché sa che questa rosa vale più di questi punti. Siamo in difficoltà, è evidente. Ma sono certo che chiuderemo il campionato nel miglior modo possibile”.

Iervolino, per gli investimenti che ha fatto, meriterebbe una classifica diversa… 

“Il presidente, la società, i calciatori, l’allenatore nuovo e i tifosi devono stare insieme. Se tutti lottiamo per lo stesso obiettivo vedrete che resteremo in serie A. Ora non servono polemiche né soffermarsi sui punti deboli: domenica arriva il Monza, è una sfida importantissima contro un avversario che occupa una posizione di classifica tranquilla. Hanno avuto un percorso opposto al nostro: partenza negativa, poi una progressiva ripresa. Gli alti e bassi fanno parte di una stagione lunga, ancor di più quando c’è una sosta lunga nel mezzo. Sono d’accordo con lei, però: presidente e tifosi meritano il meglio”.

Lei ha un altro anno di contratto, dove vede il suo futuro?

“Io e la mia famiglia stiamo benissimo a Salerno. Non ho intenzione di andare via, vorrei rimanere l’anno prossimo ma anche in quelli successivi per mettere a disposizione della squadra la mia esperienza. La salvezza dell’anno scorso ha fatto nascere un legame speciale con tutti, vorrei proseguire il mio percorso per consentire alla Salernitana di stabilizzarsi in A”.

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