Gambardella: “Calcio e studio, binomio vincente. Salernitana, se mi chiami sono pronto!”

Esistesse un contachilometri probabilmente esploderebbe, merito di un ragazzo che ogni settimana corre avanti e indietro sulla fascia per sfornare assist e recuperare palloni. Se poi alle sue già notevoli qualità tecniche, umane e professionali aggiunge l’eurogol che ha realizzato contro l’Ascoli allora possiamo dire che la Salernitana del futuro sta lavorando sotto traccia per avere in rosa un terzino moderno e un ragazzo che sta mostrando anche una maturità fuori dal comune per la sua età. La redazione di GranataCento ha avuto il piacere di intervistare Gaetano Gambardella, difensore della Primavera tra i migliori di questo 2019 che sta per andare in archivio:

Partiamo dall’analisi dell’ultima partita pareggiata 0-0 col Crotone…

“C’è un po’ di amaro in bocca, senza dubbio. Non era il Crotone dell’andata, ho visto una squadra imbottita di riserve come testimoniato dalla presenza tra i pali del secondo portiere in virtù della squalifica del titolare. A loro andava benissimo il pareggio e non a caso hanno disputato una partita completamente difensiva, soprattutto nella ripresa erano in undici dietro la linea della palla e non era semplice trovare varchi. Come sempre abbiamo avuto le nostre 4-5 occasioni, non abbiamo saputo concretizzarle forse perchè ci manca un pizzico di cattiveria. Ad ogni modo siamo in fiducia, i risultati positivi contro Benevento, Pisa e  Juve Stabia ci hanno dato una marcia in più e tutti ci affrontano con il massimo rispetto e consapevoli che la Salernitana non molla nulla”.

Come giudichi in generale questa stagione?

“Ad inizio campionato le altre sembrava avessero un passo diverso e superiore rispetto al nostro, ma come squadra abbiamo capito che non potevamo deludere le aspettative della società. Eravamo consapevoli che le qualità del gruppo fossero buone e che la Salernitana non poteva vivere un’altra stagione nei bassifondi della classifica. Ci siamo rimboccati le maniche, il mister ha cambiato diversi sistemi di gioco prima di trovare la quadratura del cerchio e oggi credo che stiamo fornendo prestazioni molto positive. C’è il rammarico per i punti lasciati per strada, ma non credo ci siano avversari superiori a noi. Contro Crotone, Frosinone e Juve Stabia avremmo meritato la vittoria, ma al di là dei punti conta che stiamo sul pezzo e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. In fondo la classifica è corta e vincendo qualche partita potremmo ritrovarci qualificati ai playoff. Sarebbe un bel riconoscimento, a inizio anno nessuno avrebbe scommesso su di noi”.

In cosa ti senti migliorato e cosa hai pensato quando hai segnato l’eurogol contro l’Ascoli da oltre 30 metri?

“Il miglioramento principale è soprattutto mentale. Durante la partita con il Livorno ho commesso un grave errore, un mio retropassaggio ha permesso agli avversari di segnare. Lì ho avuto il merito di non abbattermi, di vivere lo sbaglio come un momento di crescita. Mister Rizzolo mi sta dando spazio e cerco di ripagare la sua fiducia, il gol con l’Ascoli è stato un bel riconoscimento e mi ha fatto piacere festeggiare con tutti i miei compagni. Ho la capacità per provarci più spesso, sta a me trovare il coraggio e la determinazione giusta. La fortuna o la sfortuna non esistono, ognuno è artefice del proprio destino: tutto dipende dall’atteggiamento e dall’aspetto psicologico, se cresci su questo sei pronto a superare qualunque ostacolo”.

Mister Rizzolo e Thomas Heurtaux quando stanno contribuendo alla tua crescita?

“Con il mister mi trovo benissimo, è un professionista molto serio che ci trasmette serenità e non ci ha mai messo sotto pressione nemmeno quando i risultati non arrivavano. Eravamo convinti che prima o poi avremmo raccolto quanto seminato, oggi scendiamo in campo pronti a dare il massimo senza timori reverenziali. Quanto a Thomas, la storia parla per lui e ogni parola sarebbe superflua. Non è un tipo che parla molto, ma la sua presenza in campo conferisce sicurezza a tutto il gruppo. E’ un ragazzo semplice, a modo, ci piace che si sia calato con umiltà nella nostra realtà”.

Parlaci un po’ della tua sin qui breve carriera…

“Sono nel settore giovanile della Salernitana da sei anni, in passato ho iniziato in una scuola calcio di Pontecagnano. Quando ho iniziato il mio percorso con i Giovanissimi Regionali ho subito un infortunio serio come la rottura del quinto metatarso e sono rimasto fermo per tutto il campionato. Nella stagione successiva non sono stato riconfermato e sono ripartito dai più piccoli: anche questo ha contribuito a formarmi caratterialmente, a maturare e crescere come professionista. Nell’under16 e nell’under17 ho lavorato con mister Ferraro, un uomo di grande livello che ci ha trasmesso tanto quasi come fosse un secondo padre. Sempre la parola giusta al momento giusto e nei modi giusti, colgo l’occasione per ringraziarlo. Ora mi godo questo campionato con la Primavera: sono salernitano, tifoso della Salernitana e indosso la maglia granata, cosa posso chiedere di più?”

Ti senti pronto per la prima squadra?

“Sono una persona molto onesta e dico che è più utile proseguire il percorso con la Primavera per accrescere il mio bagaglio. Qualche volta mi sono allenato con la prima squadra, a Cassino presi parte ad un’amichevole ed è stata una esperienza importante. La serie B è un altro livello, a mio avviso il passaggio dal settore giovanile alla prima squadra va fatto gradualmente. I professionisti hanno un modo di allenarsi completamente diverso dal nostro. E’ chiaro che se un giorno Ventura dovesse chiamare io sarei pronto e farei qualunque cosa per giocare con la mia squadra del cuore, in uno stadio possibilmente più pieno e che ritrovi l’entusiasmo di un tempo per fare la differenza”.

Fuori dal campo che tipo di persona sei? Ti pesa dover fare tante rinunce alla tua età?

“Forse inizialmente sì, ma ora ho il mio equilibrio e vivo la mia quotidianità sapendo che per arrivare a coronare un sogno si passa inevitabilmente dai sacrifici di ogni giorno. Sono fidanzato con una ragazza che si chiama Federica, la ringrazio perchè riusciamo a star bene insieme pur non avendo la possibilità di vederci con frequenza. Anche il fratello Francesco, grande tifoso della Salernitana, mi sostiene e mi incoraggia, è nato un ottimo rapporto. Sono consapevole, però, che nel calcio oggi sei al top ma domani rischi di non ritrovarti nulla. Proprio per questo ho deciso di proseguire gli studi per avere sempre a disposizione una seconda occasione: frequento il liceo scientifico, ho deciso di iscrivermi all’Università e nello specifico alla facoltà di scienze motorie. La scuola e l’istruzione sono fondamentali e devono andare di pari passo con l’attività sportiva: non tutti i miei colleghi coniugano i due aspetti, secondo me è fondamentale. Colgo l’occasione per lanciare un appello ai miei amici, ai ragazzi, a tanti coetanei che magari il venerdì e il sabato restano a casa senza fare nulla: attivatevi, lavorate ogni giorno per formarvi umanamente e professionalmente. Questi anni non tornano indietro, cogliete ogni aspetto e fatene tesoro”.

Sei indubbiamente un ragazzo molto maturo…

“E devo ringraziare la mia famiglia che mi ha fatto crescere con i valori giusti. La gente forse non immagina nemmeno i sacrifici che facciamo ogni giorno, si limita a giudicare i risultati e le classifiche ma dovrebbe apprezzarci maggiormente. Per chi decide di proseguire gli studi non è semplice dividersi tra scuola e campo, stare due giorni a settimana fuori casa e alternarsi tra allenamenti e interrogazioni. Sono scelte di vita che spero un giorno possano essere ripagate. Intanto mi godo la Primavera…sognando la mia Salernitana!”

Ancora una volta, dunque, gli insegnamenti più belli arrivano dal calcio giovanile, da un ragazzo che tutti noi siamo abituati a giudicare sul campo ma che ha un bagaglio umano e culturale notevole. Una storia che meritava di essere raccontata, la storia di Gaetano Gambardella. Uno dei terzini più forti del campionato Primavera, autore del gol più bello del 2019.

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