Gondo come Lanzaro: in campo dopo la morte del padre

In un mondo come quello del calcio laddove calciatori strapagati si rifiutano di andare in ritiro o si montano la testa e pretendono milioni di euro per mezza prestazione positiva, c’è anche chi in giovanissima età mostra la maturità del veterano e reagisce alle avversità della vita con professionalità estrema. La notizia della morte del padre di Cedric Gondo ha fatto rapidamente il giro della città e in tantissimi hanno colto l’occasione per manifestargli sostegno, affetto e vicinanza. La società ha emesso pochi minuti fa un comunicato stampa, ma il dramma risale alla giornata di venerdì. E’ stato lo stesso attaccante, dopo un confronto con il tecnico Giampiero Ventura, con l’addetto stampa Gianluca Lambiase e con il direttore sportivo Angelo Fabiani, a chiedere espressamente di mantenere grande riserbo anche per non distrarre la squadra dalla gara contro la Cremonese. Oggi Gondo ha deciso di esserci, con il cuore straziato dal dolore, la mente inevitabilmente da un’altra parte, ma con lo spirito del grande uomo. Evidentemente ha avuto anche un grande padre, al quale stava per dedicare il suo primo gol con la maglia della Salernitana. In passato toccò a Maurizio Lanzaro, in campo a Catanzaro nonostante il lutto subito poche ore prima: discorso alla squadra nello spogliatoio, abbraccio collettivo e fascia da capitano al braccio per volere di Manolo Pestrin. Oggi anche Gondo ha scritto una pagina di storia granata: una lezione di vita e di sport. Una scelta che meritava di essere rimarcata! A Cedric, tornato a Treviso per star vicino ai familiari, il più sentito e affettuoso abbraccio da parte della redazione di GranataCento.

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