I retroscena dell’addio di Ventura: dal rapporto con lo spogliatoio alla gestione delle gare post sosta. E alcune dichiarazioni…

Ufficialmente si tratta della volontà del mister di non rinnovare il contratto, in realtà la separazione con il tecnico Gian Piero Ventura era praticamente certa già ieri sera. La nostra redazione anticipò la notizia parlando di uno strappo tra le parti ormai insanabile. Alla base della scelta della proprietà e della dirigenza ci sarebbero almeno tre aspetti che sintetizziamo di seguito:

-rapporto con la squadra; nelle ultime settimane sembra che il mister non andasse più d’accordo con parte dello spogliatoio. Del resto alcune prestazioni completamente senza mordente lasciavano trasparire qualcosa che non funzionava come ad inizio stagione. La continua bocciatura di alcun giocatori anche quando era possibile effettuare cinque sostituzioni ha inciso negativamente sul loro morale e ieri il gruppo è arrivato scarico all’appuntamento decisivo. Il caso Billong (che farà parlare molto nei prossimi giorni) era un ulteriore campanello d’allarme, ma l’immagine più emblematica è quella di ieri: i giocatori, dopo il triplice fischio, si sono salutati a vicenda in mezzo al campo senza avvicinarsi a Ventura, rientrato a capo chino nello spogliatoio.

-la gestione post lockdown; la Salernitana ha viaggiato ad una media playout perdendo tantissimi punti soprattutto in casa. L’approccio avuto con Ascoli,Cremonese, Juve Stabia e Spezia è stato timoroso e ha favorito squadre non certo così superiori alla Salernitana. Come detto prima anche la gestione delle risorse ha lasciato a desiderare, con gente titolare quasi a prescindere pur fuori ruolo, Kiyine e Maistro sempre presenti pur palesando un atteggiamento poco avvezzo alla battaglia sportiva e formazioni cambiate in continuazione. Ieri l’apoteosi, con Cicerelli terzino destro contro una vecchia volpe come Di Gaudio e costretto a svolgere un lavoro sfiancante sulla fascia. Già dopo Ascoli i bonus erano esauriti, ieri sera anche dalla tribuna era evidente il malcontento di Marco Mezzaroma per alcune scelte assurde. Dalla mancata sostituzione dell’ammonito Maistro al cambio di Akpro senza dimenticare Jaro difensore centrale e l’ingresso di due difensori dalla panchina quando c’era l’obbligo di vincere.

-alcune dichiarazioni. Mai Ventura in sala stampa si è assunto una responsabilità scaricando sempre tutto sugli errori individuali. Parlare sempre del passato, negare le dichiarazioni della società che puntava ai playoff, ripartire sempre dal “primo allenamento di San Gregorio” o dai due playout in quattro anni alla lunga ha stancato. Piuttosto spiegasse perchè ha voluto insistentemente Alessio Cerci che, a conti fatti, è costato 500mila euro lordi senza dare alcun contributo. Ieri sera, in sala stampa, ci aspettavamo un mea culpa e un’analisi molto profonda, ma non è certo bello dire che “ormai sono in scadenza di contratto, parlo da esterno. C’erano squadre più forti della nostra”.

Ora è caccia al successore, presumibilmente entro una settimana.

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