Il cartello “cantiere aperto”, una rosa piena di spine e il caso Micai: tra una settimana si gioca, quante incognite per i granata

Se oggi qualcuno si azzardasse a scrivere che la stragrande maggioranza dei club professionistici non sta acquistando nessuno, che il mercato è iniziato appena 20 giorni dopo la fine del campionato ed era fisiologico partire per il ritiro con una rosa incompleta e che solo Monza e Lecce (una ferma da gennaio, l’altra con la forza del paracadute) hanno messo a segno colpi importanti, si scatenerebbe il solito coro di dissenso sul web. Basterebbe leggere l’intervista di mister Juric per capire quanto il calcio post Covid stia mettendo le società in grande difficoltà. Il Verona, che l’anno scorso ha sfiorato l’Europa League, che guadagna decine di milioni di euro in A e che ha ceduto a prezzi stellari alcuni calciatori di spessore, scenderà in campo con la Roma con un manipolo di riserve “perchè faremo fatica a mettere insieme undici titolari in buona forma ,è una situazione di totale emergenza”.

Certo, il motto “mal comune mezzo gaudio” sa tanto di alibi e non bisogna guardare sempre chi sta peggio. Il Pordenone, senza stadio e senza pubblico, ha messo mano al portafoglio acquistando per 2,5 milioni di euro Diaw e convincendo il Genoa a girare in prestito un giocatore importante come Calò. Lotito e Mezzaroma, dopo aver disatteso la promessa della promozione in A, avevano l’obbligo anzitutto di non smantellare il buon organico della passata stagione, ma soprattutto di puntellarlo a dovere senza aggrapparsi ad alcun tipo di alibi. Tra una settimana si gioca contro un avversario tosto e che ha investito soldi, una Reggina che arriverà a Salerno con l’entusiasmo della neopromossa e con una dirigenza che vuole lottare per la promozione. Castori, che sta lavorando benissimo in condizioni complesse, si ritrova ancora con il caos portiere, con tre elementi a centrocampo, qualche giovane acerbo e tanti ragazzi con la valigia pronta da un pezzo.

Micai, Giannetti, Kalombo, Jallow, forse Curcio, sanno bene che non rientrano nei piani. Ci sono poi Mantovani fermo da un anno e tre mesi, Billong in causa, Migliorini che non ha mai convinto in questi due anni, Lopez che non è più un ragazzino, Lombardi out e un Akpa Akpro in meno a centrocampo. Certamente arriveranno 5-6 calciatori di spessore, gente come Andrè Anderson, Palmiero, Tutino, Coulibaly e Belec rinforzerebbero e non poco l’organico. Ma, in un clima di contestazione, si poteva e si doveva dare un segnale diverso. Non è mai troppo tardi e il mercato chiuderà tra tre settimane, ma la Salernitana è ancora un cantiere aperto 50 giorni dopo il ko con lo Spezia e senza nessuna dichiarazione ufficiale.

Articolo tratto da TuttoSalernitana

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