Imborgia: “I no di Castori sul mercato? Con me andava a casa! Mercato ha senso se…”

“Seguo la Salernitana ogni volta che ho la possibilità, non certo per motivi lavorativi e professionali: con Fabiani non c’è mai stato un rapporto d’amicizia e, dunque, nomn ho avuto l’occasione eventualmente per parlargli di qualche mio giocatore. Ad ogni modo il mio giudizio è semplice ed è basato su quanto dicono il campo e la classifica. Ci sono delle difficoltà, è innegabile. Perdere la sfida interna con la Sampdoria ha dato una bella mazzata a tutti, ma sono convinto che ci siano i presupposti quantomeno per arrivare a gennaio e provare ad acquistare gente che innalzi il livello tecnico. Questa squadra prende tanti gol e ne segna pochi, le statistiche non mentono ed evidentemente qualcosa è stato sbagliato. Fino a quando non ci sarà una nuova proprietà è evidente che a Salerno regnerà un clima d’incertezza che non aiuta nessuno e che spero non si rifletta nel gruppo. Il cammino, comunque,  è ancora lungo e non bisogna assolutamente alzare bandiera bianca. Il girone di ritorno è tutt’altro campionato, la storia recente insegna che formazioni apparentemente spacciate sono poi riuscite a risollevarsi con il classico filotto che può dare una sterzata in positivo. Ma chiaramente bisogna accelerare”. Così l’ex direttore generale della Salernitana Antonino Imborgia intervistato dalla nostra redazione.

L’esperto dirigente prosegue: “Quando ho lavorato a Salerno non venivo giudicato per gli innesti in prospettiva futura o per il grande nome che firmava con la Salernitana, la gente valutava i risultati. Non c’erano giustificazioni, Lodo Petrucci, 0-4 di La Spezia o 0-2 in casa col Perugia che tenessero: il pubblico, estremamente appassionato, voleva vittorie e, possibilmente, prestazioni importanti. Noto che l’ambiente ha fatto un ulteriore salto di qualità, oggi il calciatore sceglie di vivere al centro della città per respirare il clima giusto mentre noi dovevamo ritirarci in periferia per superare i momenti di difficoltà. Le pressioni della nostra epoca appartengono al passato, l’Arechi era e resta un fattore. Ma ora la tifoseria merita certezze, specialmente sul fronte societario. Trustee, banche, amministratori: tutto vero. Ma in estate è stato fatto comunque un certo tipo di lavoro, sarà il campo ad emettere verdetti”.

Sull’arrivo di Ribery e sullo scarso rendimento di alcuni giocatori che in B sembravano fortissimi, Imborgia fa un’analisi interessante: “Certo che avrei preso Ribery, ma sapendo che aveva 38 anni e andava gestito. Quello che balza all’occhio è che ci sono molti calciatori reduci da campionati minori, questo alla lunga lo paghi. Se non hai mai giocato in A un motivo ci sarà, i curriculum sono indicativi e non vanno trascurati. In B la Salernitana, che già è andata oltre ogni previsione, ha messo in vetrina elementi bravi che, a mio avviso, possono ripetersi pure in massima serie. A patto, però, che vengano affiancati da persone di carisma, personalità, che non abbiano paura di nulla e che siano sinonimo di garanzia. Voi mi fate i nomi di Gyomber, Djuric, Di Tacchio, Gondo. State certi che, a gennaio, inserendo tasselli di un certo tipo migliorerà anche il loro rendimento. Invece, in molti casi, a questi calciatori hanno affiancato professionisti di pari livello: in questo modo la crescita è più lenta”.

Infine una battuta sul mercato e sulle prossime gare: “Avendo perso molti scontri diretti, ora è tempo di fare punti e devi fare la partita anche contro avversarie che saranno super favorite. A gennaio è fondamentale non arrivarci con un distacco superiore ai 6-7 punti: in quel caso, con una nuova società e la possibilità di intervenire concretamente, anche un ultimo posto sarebbe assolutamente relativo. All’Arechi sarà dura per tutte strappare punti, il gruppo conterebbe su innesti di rilievo e si creerebbe un maggiore entusiasmo dettato dal cambio di proprietà. Ovviamente a mio avviso bisogna intervenire in tutti i ruoli: prenderei due difensori, due centrocampisti con caratteristiche differenti da quelli attualmente in rosa e un attaccante, soprattutto se Simy continuasse a non sbloccarsi. E’ scontato debbano essere tutti acquisti di categoria. Castori? Si legge che abbia detto no ad alcuni innesti, per me è sempre il direttore sportivo che deve allestire la rosa. Tu mi dici che ruolo e che caratteristiche ti occorrono, io ti metto a disposizione il calciatore: se non lo vuoi te ne vai a casa”.

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