La partita del portiere: Sepe beffato sul suo palo, ma ha poche colpe

Partita senza infamia lode per Luigi Sepe che, ormai da febbraio, non riesce a sfatare questo maledetto tabù che lo vede sempre battuto almeno una volta nelle partite casalinghe. Anche ieri ha dovuto raccogliere un pallone alle sue spalle, con la sfortunata complicità di Lassana Coulibaly che ha allungato la traiettoria di un pallone che non sembrava certo destinato in fondo al sacco. In merito l’opinione pubblica è divisa: c’è chi ritiene che il tocco del compagno sia stato determinante e abbia reso la conclusione imprendibile, chi rimarca che Sepe sia stato comunque lento nei riflessi e beffato sul palo di competenza. In generale possiamo dire quanto abbiamo sempre affermato: ad oggi l’ex Napoli è portiere da ordinaria amministrazione, capace di guidare il reparto con personalità ma allo stesso tempo raramente autore di interventi prodigiosi. Uno importante lo aveva fatto su Zaniolo in avvio, quando è stato bravo a restare in piedi e a coprire lo specchio. Nel mezzo, però, una uscita fuori tempo con annesso intervento decisivo di Candreva a sbrogliare una situazione che si era fatta delicata. Sabato prossimo giocherà a Udine, unico stadio in cui con la maglia granata ha mantenuto la porta inviolata. Non c’era in occasione dello 0-4 del 22 maggio, ma tutti i giocatori avranno voglia di vendicare – sportivamente parlando – la “partita della vita” giocata da un avversario che non aveva obiettivi. Il primo successo stagionale passa anche dai suoi guantoni.

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