Le indagini della Procura, la Salernitana si difende: retroscena e dettagli

Qualche settimana fa, parlammo diffusamente della contestazione nei confronti della società capitanata da Claudio Lotito e Marco Mezzaroma. Assolutamente legittimo, ci mancherebbe, che cinque anni anonimi in serie B e qualche dichiarazione fuori luogo abbiano suscitato il malcontento del mondo ultras e di tante persone che hanno seguito la Bersagliera a proprie spese in giro per l’Italia lasciando a casa le famiglie e sfidando intemperie e ogni sorta di pericolo. Ma, tra quanto si legge sui social e alcuni striscioni esposti in città non riconducibili a nessun gruppo “ufficiale” della curva, era evidente che si stesse andando un po’ oltre il semplice astio calcistico. Basti pensare a quante offese hanno dovuto subire quei giornalisti o quei club che, semplicemente per aver sostenuto la Salernitana anteponendo la maglia alla proprietà, sono stati accusati – e talvolta minacciati – di essere collusi, a busta paga, di avere biglietti omaggio o chissà quale altro tipo di favore. Certamente le pagine facebook anonime hanno svolto un ruolo importante: se tutti i giorni ti accanisci contro alcuni personaggi (senza mai avere il coraggio di metterci la faccia), è normale che la gente alla lunga possa dare credito a quanto si scrive reiteratamente, con accanimento, senza prove e con cattiveria gratuita. E quando parlavamo di azioni legali, la maggior parte di questi signori commentava con una risata o reiterava con minacce ancora oggetto di indagini giudiziarie. Non ci riferivamo soltanto a quanto singole persone abbiano dovuto fare per tutelarsi nelle sedi opportune, ma ad un qualcosa di molto più grande partito direttamente dalla Salernitana, come confermato dall’articolo pubblicato questa mattina dal quotidiano Cronache.

In estrema sintesi: c’è un gruppo di persone che, in buona fede e per amore della Salernitana, legittimamente contesta e ha deciso di disertare a tempo indeterminato tirando in ballo anche il discorso della multiproprietà. C’è chi, invece, ( e ci auguriamo che la politica e le future elezioni comunali non c’entrino assolutamente nulla con quanto sta accadendo) avrebbe avviato una manovra di disturbo verbalmente violenta e molto aggressiva sperando sfociasse nella “fuga” dei presidenti che, circondati da offese e improperi, sarebbero stati costretti a cedere. In tempi rapidi e al prezzo più basso possibile pur di “liberarsi” di queste prese di posizione che sarebbe eufemistico definire ostili. In effetti qualcuno ha provato ad approcciarsi a Lotito e Mezzaroma mettendo sul tavolo quattro soldi e nessun progetto: prontamente rispediti al mittente. Delle indagini della Procura, iniziate un paio di mesi fa, non fanno parte, ovviamente, gli ultras, i club e coloro che hanno sempre messo faccia e firma prendendo decisioni talvolta anche dure. E’ però evidente che un clima così avvelenato, con minacce, augurio di morte e addirittura contatti col Comune per avviare manovre ostative (anche in questo caso senza esito), non può essere giustificato soltanto dai risultati sportivi. C’è qualcosa di diverso alla base? E’ questo l’oggetto dell’indagine. Ed è per questo che la Salernitana è considerata parte lesa. Per ora c’è una denuncia contro ignoti, ma sono a referto screenshot e materiale di vario genere, spesso proveniente dal web.

La parola agli inquirenti, dunque. Già interrogati i presidenti Lotito e Mezzaroma, l’amministratore unico (che è quello che avrebbe deciso in prima persona di agire legalmente per tutelare la società, i veri tifosi e i tesserati) e il direttore sportivo. Non è da escludere possano essere ascoltate altre persone che, stando alle continue accuse che arrivano dal web, riceverebbero vantaggi da questa proprietà (accrediti, biglietti omaggio, stipendi per scrivere sotto dettatura…tutto falso ovviamente).Senza dimenticare, ovviamente, i tanti messaggi privati arrivati ai calciatori in trattativa con la Salernitana: nessuna minaccia, ma l’invito a “non firmare, perchè non possiamo vincere niente e vi faranno perdere appositamente” o “Siete troppo forti per giocare in una società di pagliacci”, tanto per citare alcuni dei testi che spingono a fare una domanda: quale tifoso “normale” infastidirebbe un atleta che sta per arrivare nella sua squadra del cuore?

La riflessione finale è questa. La contestazione è giusta, legittima, sacrosanta.Ma spingere ossessivamente una società a cedere premendo in modo non propriamente legale ad “andare via da Salerno” potrebbe configurare diversi reati. E pensare che stiamo parlando di calcio e che lo sport, dopo un anno davvero maledetto, avrebbe dovuto rappresentare una valvola di sfogo positiva e non un motivo d’attrito per chi vive sui social con l’unico scopo di denigrare gli altri.

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