Lombardi: “Per la prima volta Lotito ci ha parlato di A, verrei a titolo definitivo. Infortunio, paura perchè…”

C’è chi pensa sia il miglior esterno della categoria, chi ha il grosso rammarico per tutti quegli infortuni che hanno frenato troppo spesso il suo percorso non consentendogli di giocare stabilmente- e da titolare- in quella serie A soltanto sfiorata con la Salernitana un anno fa, quando anche la sua assenza pesò nella sfida con lo Spezia che poteva spalancare le porte per i playoff. I tifosi, in contestazione, legavano parte della credibilità del nuovo corso, al suo ritorno e furono ben felici di riaccoglierlo come uno di famiglia. Il tormentone era sempre lo stesso “Se Lombardi sta bene farà la differenza”. Poi, purtroppo, l’ennesima ricaduta e la luce in fondo al tunnel che sembra più lontana del solito. Ai microfoni di Tuttomercatoweb è proprio Cristiano Lombardi a fare definitivamente chiarezza:

Anzitutto come sta Cristiano Lombardi?

“Non è una situazione semplicissima, è una recidiva e dà più problemi del solito. Il problema c’è: mi sento benissimo, ma la cosa è seria e non bisogna sottovalutare nulla. Sono a Salerno, ho girato l’Italia per confrontarmi con il maggior numero di esperti possibile e sto seguendo un programma personalizzato. Da febbraio sono in tunnel buio, mentalmente sono preoccupato e no n vedo più la fine. Non mi preoccupo di quanto tornerò, mi basta tornare a stare bene”.

Come è nata la trattativa per il suo ritorno?

“L’anno scorso ho avuto contatti con club di serie A, continuati anche durante il girone di ritorno. A giugno c’erano delle trattative, ho cercato di capire anche con la Lazio quale potesse essere la miglior soluzione per me. Tutti eravamo d’accordo sulla Salernitana, è una piazza a cui sono più legato. Questa lesione di secondo grado non ci voleva proprio, non sappiamo nemmeno quali siano i tempi di recupero. E’ già un mese che sto lavorando, sono rimasto a Salerno proprio per avere una equipe che mi segua per individuare i problemi e risolverli”.

La gente ha deciso di disertare perché teme che la multiproprietà incida sul vostro percorso. Qual è la sua idea?

“Quest’anno Lotito ha parlato chiaramente di serie A, è convinto sia arrivato il momento del grande salto e me lo ha detto al momento della chiusura trattativa perché stava nascendo una rosa interessante. A noi giocatori non deve interessare l’aspetto regolamentare, lo dico a chiunque mi ferma per strada: il calciatore vuole vincere, a priori, non gli riguarda alcun tipo di dinamica. Se la rosa è competitiva noi ci proveremo fino alla fine”.

Questa squadra, però, ha perso gente come Jaroszynski, Akpa Akpro e tanti altri che avevano fatto la differenza. Pur con un Tutino in più nel motore…

“E’ sempre difficile fare paragoni, era una buona Salernitana l’anno scorso e lo è anche quest’anno. Ci sono due allenatori completamente diversi, purtroppo non siamo riusciti a centrare i playoff pochi mesi fa e ho sofferto particolarmente, anche perché non c’ero. La vidi in televisione, stavo attraversando un periodo buio e, dopo la doppietta col Cittadella, ero convinto fossimo ad un passo da un grande obiettivo. Mi ha fatto male, mi piacerebbe riprovarci. Oggi sono preoccupato, vorrei tornare il giocatore pre-infortunio e poter stare sempre bene. Se non dovessi riuscirci sarebbe un grosso rammarico”.

E se Lotito le chiedesse di essere ceduto a titolo definitivo alla Salernitana?

“Per me non ci sarebbero problemi. Ho un ottimo rapporto con il presidente, ogni volta che abbiamo parlato di Salerno c’è sempre stato grande rispetto. Ho un contratto ancora lungo in essere con la Lazio, ma con la maglia granata ho vissuto un periodo bellissimo e spero di togliermi ancora delle grosse soddisfazioni.

Differenze tra Ventura e Castori?

“A Ventura devo tanto, ero reduce da una retrocessione a Benevento, poi sei mesi fuori rosa e poi ancora una retrocessione a Venezia. Grazie a lui ho ripreso a giocare al calcio a certi livelli, a gennaio mi volevano tanti club di categoria superiore e sono rinato. Allenatori come lui insegnano calcio, singolarmente ognuno di noi è cresciuto e si è ritrovato arricchito e consapevole. Non so quanti calciatori passino dalla B alla Champions da titolari come accaduto ad Akpa Akpro. Castori è un pragmatico, bada alla concretezza e al risultato. Per la serie “meglio crescere dopo una vittoria che dopo una sconfitta””.

Secondo lei, alla base dell’addio tra la Salernitana e Ventura, c’è l’episodio della telefonata infuocata del patron che, post Spezia, bacchettava il mister?

“Conosco il presidente e so che ogni tanto succedono queste cose, ma non voglio entrare in questi discorsi. Non ho più sentito il mister, se non per un saluto, al termine del campionato. Dico solo che ci sono rimasto veramente male per la mancata qualificazione playoff e che con Ventura sono cresciuto tanto”.

Come trascorre le sue giornate Cristiano Lombardi?

“Faccio campo-casa, palestra tutti i giorni e cure continue. Ho la mia compagna a casa che mi fa compagnia, cucina per e me e mi sostiene in un momento non semplice. Purtroppo, pur sentendomi benissimo, ho avuto lo stesso infortunio della passata stagione e dobbiamo capire bene come stanno le cose”.

Un saluto finale ai tifosi…

“Ci mancano tanto, abituati a giocare con un tifo come il nostro e ritrovarci a porte chiuse è un incubo. Pensavamo tutto fosse finito, ma siamo tornati indietro di tanti mesi. Non abbiamo nessun’arma a disposizione se non l’attenzione, credo che la Salernitana sia una delle pochissime società in Italia che non ha avuto positivi. Speriamo di tornare alla vita di prima, con il nostro dodicesimo uomo che fa la differenza. Ripenso sempre a tutto ciò che accadeva prima dell’infortunio: ero innamorato dell’Arechi, del pubblico e del campo, ritrovarmi così è mentalmente durissima. Non è così semplice trovare la soluzione giusta, ma è andata così e mi auguro di rivivere un futuro migliore”.

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