Multiproprietà, il falso problema da superare…vincendo il campionato

La stampa nazionale si è soffermata in queste ore sul discorso multiproprietà sostenendo- e non si sa su quali basi- che l’attuale obsoleta normativa non cambierà mai e che Claudio Lotito, in caso di promozione in serie A, sarà costretto a vendere la Salernitana entro 30 giorni. Ricordando che c’è una deroga di altri sessanta giorni, che il precedente tra Lazio e Siena avvalora le ragioni di Mezzaroma e della proprietà e che la regola è stata già modificata nel 2012 dopo il passaggio dal dilettantismo al professionismo, va detto che ormai c’è un solo modo per consentire alla Lega e alla FIGC: vincere il campionato, magari con un Bari in serie B e un altro presidente potente e facoltoso che possa far riflettere chi comanda il mondo del calcio e preferisce club senza soldi a personaggi facoltosi per motivi di…affinità. Ma vi pare possibile che la Salernitana, una volta in A, venga retrocessa assieme alla Lazio per l’articolo 16 bis delle Noif? Che senso ha immaginare che la proprietà chieda ai calciatori di perdere appositamente una partita per evitare di ritrovarsi in vetta alla classifica? Siamo certi che la multiproprietà non abbia mai avuto nessuna incidenza, a questo punto togliamoci il pensiero e raggiungiamo la massima categoria. Anche perchè alternative all’attuale proprietà non ce ne sono (compresi improbabili fondi americani che producono panini con la salsiccia e anche…qualche click in più) e, se si permette a un presidente di avere due squadre,  non gli si può negare la possibilità di arrivare alla massima categoria soltanto perchè la sorella è sposata con il patron della Lazio.

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