Ochoa: “Felice del ritorno di Nicola. A Salerno il calcio è come una religione”

Il portiere della Salernitana Guillermo Ochoa ha rilasciato un’intervista al “Corriere della Sera”. Ecco le dichiarazioni del calciatore messicano: “Otto gol subiti? Ne ho viste tante per abbattermi. Dispiace, certo. Ma il calcio è così. Quando cadi così male, ti rialzi e sei ancora più forte. Dopo aver perso 8-2 si può solo migliorare. Non crede!?”.

Lei ci crede?
“Sono qui per giocare, voglio concentrarmi sull’obiettivo salvezza. La serie A è un sogno. Qui sento la stessa passione della mia terra per il futbol, che è vissuto come una religione. Sto bene, di fisico e di testa. Per noi salvarci è come vincere lo scudetto: vogliamo regalare questa felicità”.

Con il tecnico Nicola?
“Ma certo, lui ama moltissimo Salerno e la Salernitana. Questo è il suo posto, accanto a noi. Abbiamo una partita dura contro il Napoli insieme a lui siamo più forti”.

La serie A come un sogno, dice. Eppure il nostro campionato non è più quello di trent’anni fa.
“Non sono d’accordo, la serie A è sempre la serie A. Solo che adesso ci sono anche altri campionati di alto livello, come la Premier, mentre prima c’eravate solo voi. I campioni oggi hanno più scelte”.

Metà delle squadre hanno portieri stranieri, fra i quali c’è anche lei. La scuola italiana è in crisi?
“Sono i tempi che cambiano, il calcio si globalizza, gli stili si mescolano. Voi avete portieri fortissimi: Donnarumma, Sirigu, Meret. E poi il più forte del mondo, Buffon“.

Di lei dicono che è il migliore ogni 4 anni, perché ai Mondiali para tutto, ma nei club non ha avuto una carriera di primissima fascia.
“Il mio problema è stato uno solo: il passaporto. Fino a tre anni fa ero extracomunitario e difficilmente le grandi squadre prendono un extracomunitario in porta, preferiscono tenere il posto per un attaccante. Ma mi hanno sempre cercato”.

Lei ha 3,4 milioni di followers, moltissimi. Si ritiene un personaggio cult?
“Se ho tutti quei followers è perché sono un bravo portiere, credo. Ho giocato in Messico, in Europa e ho disputato 5 Mondiali. Un po’ di visibilità me la sono guadagnata”.

È vero che punta al sesto, che sarebbe il record assoluto? Nel 2026 avrà 41 anni. Obiettivo o sogno?
“Tutti e due. Mi sento in forma, voglio provarci. Si giocherà nel mio Messico, oltre che in Usa e Canada. Sarebbe un finale di carriera splendido”.

È vero che ha sei dita?
“Ancora con questa storia! È uno scherzo, in Messico il 28 dicembre si festeggia una cosa che è come il vostro pesce d’aprile, sui giornali e in tv tutti scherzano e dicono cose non vere. Il mio segreto sono le sei dita? Magari. Sono solo cinque, ma ben allenate”.

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