Ochoa: “Progetto e tifosi, non potevo dire di no. Voglio il sesto mondiale”

Con 45 minuti di ritardo inizia la conferenza stampa. Parla il direttore sportivo Morgan De Sanctis: “A inizio stagione avevamo tre portieri che potessero garantire affidabilità per tutto il campionato. L’infortunio di Sepe ha cambiato la nostra strategia, vorrei ricordare che è stato protagonista di una prima parte di campionato assolutamente positiva. Il mercato ci ha dato la possibilità di accogliere un campione come Ochoa, inserirlo nell’organico della Salernitana è un piacere e un privilegio. Sarà un valore aggiunto dentro e fuori dal campo. Ha partecipato a cinque coppe del mondo, mi ha colpito molto la sua volontà di giocare un altro mondiale tra 4 anni. In attività ci sono Ronaldo e Messi, a questo punto è probabile che ci riesca anche lui. Il suo entusiasmo e la voglia di venire in Italia hanno fatto la differenza”.

Tocca ora a Guillermo Ochoa: “Quando si è presentata la possibilità di giocare nella serie A italiana non potevo dire di no. Il direttore sportivo mi ha spiegato quale sia il progetto della Salernitana nel medio-lungo termine e mi sono sentito subito coinvolto. Avevo altre soluzioni per continuare la mia esperienza in altri paesi e in altri campionati, ma appena è finita la coppa del mondo ho avvertito la voglia di sposare un progetto ambizioso, interessante. Sono veramente contento di essere qui, porto la mia esperienza all’interno del gruppo e spero di poter dare un grande contributo anche sul rettangolo verde”.

Subito il Milan…
“Deve essere una motivazione aggiuntiva, io sono contento di esordire contro un avversario di livello internazionale come il Milan. Ci teniamo molto a iniziare bene l’anno, ma nel nostro stadio possiamo toglierci tante soddisfazioni. Gioco nel campionato migliore del mondo, sono felicissimo di indossare la maglia granata”

Salerno città di grande passione, molto sudamericana. In Messico c’è sempre un ambiente che trascina, all’Arechi proverà le stesse sensazioni..
“Quello della tifoseria è un argomento che mi incanta, so che la nostra curva è calda come quella messicana. Quando abbiamo iniziato la trattativa ho subito pensato al calore del pubblico granata. Chi viene dal continente americano ha bisogno di essere trascinato dal popolo”.

Che idea ha del campionato italiano?
“In Messico abbiamo sempre seguito la vostra serie A. Sono stato in giro per l’Europa, ma il campionato italiano è speciale e di alto livello. Ci sono squadre storiche che ho affrontato da avversario ai tempi di Batistuta alla Roma e di Ronaldo e Pirlo alla Juventus. Tra i portieri che mi affascinano non posso non citare Pagliuca, Toldo, Buffon. Vorrei menzionare anche il nostro direttore De Sanctis che è stato un atleta di livello. Parliamo di gente che ha scritto la storia, è un paese che storicamente ha sempre sfornato giocatori di altissimo livello”.

Ha sentito Lozano in questi giorni?
“Dopo il mondiale non ci siamo sentiti molto, ho solo chiesto informazioni generali sul campionato di serie A italiano. Non ho chiesto consigli rispetto alla mia scelta. Mi è bastato parlare con il direttore sportivo De Sanctis per capire quanto fosse prestigioso il progetto del quale ora faccio orgogliosamente parte”.

Qual è l’obiettivo della Salernitana?
“Salvarci il prima possibile. Dobbiamo fare in modo che questa squadra resti in serie A quanto più tempo possibile”.

Ha avuto la possibilità di parlare con Sepe?
“Non ancora. Ci alleneremo insieme e avremo tempo per farlo. Sono a disposizione sua e della squadra, appoggerò sempre i miei compagni anche se non dovessi giocare”.

Quali sono gli attaccanti italiani che teme di più?
“Rispetto tutti, ma non ho paura di nessuno. Certo, siamo in A e tutti gli attaccanti hanno grosse qualità. Inizieremo subito col Milan di Giroud e Leao. L’Inter ha Lautaro Martinez, conosco bene anche Milik della Juventus. Non posso non citare Lozano che è un mio compagno di squadra in nazionale. Sono orgoglioso di poter affrontare campioni di livello internazionale”.

Come mai nessun top club ha puntato su di lei?
“E’ difficile che una squadra importante d’Europa punti con convinzione su un portiere americano. C’è anche il discorso legato al tesseramento degli extracomunitari. Ora ho il passaporto spagnolo ed è stato più semplice. Ho avuto delle opportunità, però ci sono stati ostacoli di natura burocratica che non mi hanno permesso di firmare e di iniziare un’avventura importante con un top club”.

Avverte la spinta anche dei tifosi messicani che la seguono in centinaia di migliaia sui social?
“E’ sicuramente una responsabilità. Nel corso della mia lunga carriera ho sempre cercato di rappresentare un esempio soprattutto per i più giovani. A prescindere dal momento, positivo o negativo che sia, devo essere sempre un atleta professionale, che rispetta la società per la quale gioca. Proprio per queste mie caratteristiche spero di disputare il mio sesto mondiale”.

Perchè un contratto di appena sei mesi?
“C’è l’opzione per un’altra stagione. E’ stata la dirigenza a proporre un contratto di sei mesi. De Sanctis è stato molto chiaro quando ha parlato con me. E nel calcio non è facile incontrare una proprietà così onesta e diretta. L’ho apprezzato molto. E’ stato un accordo che ha reso felici entrambe le parti, ora tocca a me mettermi a disposizione della squadra e crearmi le opportunità giuste per ben figurare in serie A. La competizione crea stimoli giusti, è ovvio che mi piacerebbe lasciare il segno anche a Salerno”.

Che gruppo ha trovato e c’è qualcuno con cui ha già legato?
“La Salernitana ha qualità e talento. Ci sono calciatori di livello. Non è stato difficile entrare nel gruppo, anche perchè si parlano tante lingue. Inglese, francese, spagnolo. Poco a poco imparerò l’italiano. E’ uno spogliatoio di spessore, credo che nel presente e nel futuro potremo fare delle ottime cose”.

C’è un portiere a cui si ispira e chi è, attualmente, il più forte in assoluto?
“Buffon, Canizares, Casillas, Pagliuca, Taffarel. La lista sarebbe davvero lunga. Non dimenticherei Barthez, Schmeichel, Van der Sar. In Italia c’è una storia di portieri riconosciuta da tutti, Donnarumma e Meret sono soltanto gli ultimi in ordine cronologico. Negli ultimi anni il ruolo del portiere si è diversificato, partecipiamo di più alla manovra e siamo parte integrante dell’azione di gioco”.

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