a cura di Romano Lello Ciccone
Fiore all’occhiello della Piana del Sele, Oliveto Citra è considerata una delle isole felici della provincia di Salerno. Non solo per un panorama suggestivo, per le specialità culinarie e per un clima ideale in tutte le stagioni, ma anche e soprattutto per la modernità di un territorio che offre servizi di ogni genere ai giovani, alle famiglie e a tutti coloro che vogliono trascorrere un fine settimana all’insegna della cultura, del divertimento e dell’aggregazione. Comune di quasi 4000 abitanti noto per le sue mofete, Oliveto è ricca di monumenti che richiamano quotidianamente l’attenzione di docenti, studenti e appassionati di storia dell’arte: dalla Chiesa di Santa Maria della Misericordia al Castello Guerritore senza dimenticare l’area naturalistica “Piano di Canale”e il Museo Archeologico Lucano dell’Alta Valle del Sele. Per conoscere meglio una realtà che cresce esponenzialmente di anno in anno, abbiamo intervistato Luca Esposito, esponente di spicco del Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Salerno e figlio di Rosaria Consolata Lullo, molto conosciuta dalla cittadinanza grazie ai pastifici e ai ristoranti portati avanti per decenni con grande professionalità.
“Oliveto Citra è un paese molto cattolico” esordisce Luca “la storia narra di un’apparizione della Madonna che, ancora oggi, rappresenta argomento di discussione e motivo di pellegrinaggi da parte dei turisti. Non mancano momenti dedicati allo spettacolo, racchiusi nel famoso premio “Sele d’oro” che permette di riunire una intera popolazione e di accogliere gli abitanti delle zone limitrofe. In passato la manifestazione ha accolto artisti di fama internazionale come Lucio Dalla, un momento di grande emozione per tutti quanti noi. Il commercio è un’attività assai sviluppata, Oliveto è famosa per la produzione di olio e di legumi di ogni genere che vengono esportati un po’ovunque e rappresentano anche i prodotti locali assai gettonati nei ristoranti. Le attività ludico-ricreative rivolte ai giovani ricoprono un ruolo importante, basti pensare che va ancora di moda lo sport parrocchiale che, al pari di tante case famiglia, consente di aiutare anche persone che convivono con situazioni di disagio sociale. Il calcio è seguito, ci sono molti tifosi della Salernitana e qualcuno presenzia stabilmente all’Arechi per sostenere dal vivo i colori granata. E’una comunità ospitale, accogliente, si è creato un clima familiare favorito anche dalle usanze religiose. Basti pensare alla collaborazione tra la Chiesa Evangelica e quella Cristiana”.
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.