Ochoa 6,5: Zapata lo grazia due volte, ma quando l’Atalanta prende lo specchio della porta riesce sempre a farsi trovare pronto. Disinnesca una bomba di Ederson, mostra sicurezza nelle uscite e chiude finalmente una partita con la rete immacolata.
Pirola 6,5: c’è ancora da lavorare in fase di impostazione, come ha rimarcato in conferenza stampa il tecnico Paulo Sousa. Tuttavia di mestiere fa il difensore e va giudicato soprattutto per la capacità di contenere gli avversari. Impresa riuscita alla grande. Nel finale si immola su Hojlund e protegge alla grande la porta.
Lovato 6: prima mezz’ora particolarmente complessa, due volte Zapata lo lascia sul posto e per poco non porta in vantaggio l’Atalanta. Dà la sensazione, ancora una volta, di essere insicuro. Il pubblico invoca la sostituzione quando rimedia il solito cartellino giallo per un intervento in ritardo, paradossalmente però è da quel momento che migliora la sua performance chiudendo in crescendo e con qualche intervento risolutivo. Soffre l’imprevedibilità di Muriel nell’uno contro uno, ma ci mette tanto cuore ed è quello che la gente vuol vedere da tutti i calciatori che indossano la maglia granata.
Daniliuc 6: anche per lui qualche errore in impostazione sebbene dai suoi piedi nasca la giocata che consente a Dia di presentarsi a tu per tu con Sportiello. Generosissimo, quando sbaglia il passaggio va subito a pressare alto per rimediare. Ed è questo lo spirito giusto. Attento su Koopmeiners.
Mazzocchi 5,5: in attacco si vede pochissimo, la sua spinta manca tanto e non è un caso che la Salernitana crei i pericoli maggiori quando attacca sull’out opposto. Senza dubbio gli infortuni lo hanno condizionato, ma quest’anno abbiamo visto soltanto a sprazzi il calciatore a tratti devastante che aiutò i granata a salvarsi un anno fa. Più attento in copertura, contiene benino Zappacosta.
Bradaric 6,5: è vero che nella ripresa, quando l’Atalanta perde Soppy e deve adattare Okoli, potrebbe spingere di più, ma gli esterni atalantini sono pericolosi ed è necessario applicarsi soprattutto in fase di non possesso. Rispetto a inizio anno, quando fu frettolosamente etichettato come inadeguato, ha avuto una crescita esponenziale. Delizia la platea in avvio di match con uno stop elegantissimo, perfetto nelle diagonali difensive.
Coulibaly 8: imprescindibile, straordinario, è l’anima di questa Salernitana. Il mastino granata sfodera un’altra straordinaria prestazione e vince tutti i duelli individuali contro avversari di un certo spessore ma che devono arrendersi a cospetto di un campione. Se Dia vale 30 milioni, lui è appena un gradino sotto. Devastante
Vilhena 7: è l’emblema del lavoro fatto da Paulo Sousa in questo trimestre. Da calciatore abulico, spento, spaesato a centrocampista completo che si sacrifica in fase difensiva e che mette a disposizione dei compagni tanta qualità. A volte rallenta leggermente il gioco, ma quella con l’Atalanta è senza dubbio una delle migliori performance stagionali. Che possa strappare una riconferma in extremis?
Botheim 6: primo tempo pesce fuor d’acqua, del resto sta lavorando in una posizione atipica e anche lui ha bisogno di un periodo di adattamento. Nella ripresa, però, cresce. Fa salire la squadra, conquista punizioni, in un paio di circostanze libera gli esterni con giocate di alta classe. Del resto era evidente avesse numeri interessanti, c’era solo bisogno di un allenatore che lo valorizzasse
Dia 5,5: dalla scorpacciata di gol ed emozioni nelle sfide con Sassuolo, Napoli e Fiorentina alle ultime due gare obiettivamente in chiaroscuro. Perde qualche pallone di troppo e per poco l’Atalanta non ne approfitta, si abbatte e Paulo Sousa si sbraccia a lungo per scuoterlo. Ha l’occasionissima per l’1-0 ma non inquadra il bersaglio.
Piatek 7: è vero, si divora un gol di testa. Ma è la sua miglior prestazione del 2023. L’assist per Candreva è delizioso, da grande giocatore. E per 90 minuti fa a sportellate con la retroguardia avversaria senza mai perdere lucidità. Evidentemente la rete di Empoli lo ha sbloccato sul piano mentale. Decisivo
Kastanos 6,5: entra bene, come sempre. Quando palleggia nello stretto con Candreva è davvero un piacere per gli occhi. Promosso
Candreva 8: meno di 20 minuti per cambiare partita, ogni volta che tocca palla dà la sensazione di poter inventare qualcosa. Conquista tre corner di fila e carica il pubblico, prima della magia al 93′ che entra di diritto nella storia. Ma Mancini non potrebbe farci un pensierino?
Paulo Sousa 9: diciamo la verità, quando abbiamo letto la formazione siamo rimasti tutti un po’ sorpresi. A volte, però, dovremmo ricordarci che lui fa l’allenatore di mestiere e noi ci limitiamo a commentare. Non ne sbaglia una, stavolta. Sa che Candreva ha mezz’ora nelle gambe e aspetta il momento propizio per spaccare la partita, giocando un primo tempo di sacrificio prima di una ripresa di livello alto, alto, alto.
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