“Pagheremo a caro prezzo i festeggiamenti”: nessun aumento di casi. La stucchevole e banale retorica

Chissà cosa diranno le prefiche di professione e gli amanti della retorica quando anche oggi pomeriggio, esattamente due settimane dopo i festeggiamenti per la promozione in serie A, sarà comunicato che a Salerno e provincia il numero di casi Covid è costantemente in calo. Ricordiamo nitidamente le tante persone che, scadendo nella banale retorica e in quella moralità stucchevole, avevano condannato senza appello i tifosi granata per aver manifestato (salvo rare eccezioni con grandissima compostezza, gli incivili ci sono ovunque e non c’azzeccano nulla con il tifo calcistico) la propria immensa gioia per il trionfo del cavalluccio marino e per l’agognato ritorno nel massimo palcoscenico del calcio italiano a suon di vittorie e di prestazioni straordinarie. Al posto di essere contenti che, dopo un anno e mezzo di sofferenza, finalmente c’era una parentesi di festa ecco che i “giudici del web”, che spesso non hanno una propria vita sociale, avevano puntato il dito prevedendo calamità naturali, zone rosse e disastri di ogni genere solo perchè qualche migliaio di persone si era riversato in strada con bandiere, sciarpe, fumogeni e magliette granata. Si rassegnassero, costoro: non è accaduto nulla, ma nulla accade quando la quasi totalità delle persone rispetta le regole e dimostra che ci si può divertire senza mettere a repentaglio l’incolumità di nessuno. C’erano titoloni anche a livello nazionale, obiettivo unico gettare fango su una tifoseria straordinaria e passionale come quella granata. Vi è andata male, anche stavolta. Non ci vestiamo da esperti in virologia, pur avendo ormai imparato che all’esterno il rischio di contagio è quasi inesistente e che il terrore della gente nasce più da una campagna mediatica volta al bombardamento quotidiano che dalla effettiva pericolosità di una situazione ormai sotto controllo da un mese e mezzo, proprio come accadde – e senza vaccini – un anno fa di questi tempi. Diciamo soltanto a questi personaggi che tutti, dopo 15 mesi di lockdown, quarantene, attività fallite e famiglie sul lastrico, avevamo bisogno di rivedere un popolo che sorrideva, gente che si abbracciava, lacrime di gioia e un po’ di “bordello” tra fuochi d’artificio, cori da stadio e spettacoli pirotecnici. Chi ha giudicato dovrebbe quantomeno chiedere scusa. Perchè i salernitani non hanno bisogno di alcuna lezione di civiltà. Loro che, 23 anni fa, rinviarono una festa attesa per 50 anni in segno di rispetto per la tragedia di Sarno. Loro che, proprio due settimane fa, interruppero cortei e manifestazioni quando si diffuse la notizia della morte di Loris. Loro che, nel periodo peggiore del Covid, hanno dato vita ad una serie innumerevole di iniziative di beneficenza aiutando i bisognosi e gli ammalati mettendo mano alla tasca. Ma forse le cose buone fanno meno audience. E pensare che tutto ciò poteva essere evitato con un minimo di buonsenso da parte delle autorità competenti. Il lavoro delle forze dell’ordine è stato  encomiabile, sia chiaro, ma era assolutamente prevedibile che la tifoseria era pronta davvero ad esplodere d’entusiasmo come non accadeva da decenni, ancor di più perchè costretta a non andare allo stadio da un anno e mezzo-. Senza motivo, verrebbe da aggiungere. E allora sarebbe stato sufficiente riaprire due settori dell’Arechi per concentrare la folla in un unico spazio, all’aperto e con la possibilità di restare a distanza di sicurezza in attesa del ritorno della squadra dall’Abruzzo. Ma l’Italia, si sa, è l’ufficio complicazioni affari semplici. Ma anche stavolta i moralisti di professione sono stati ammutoliti dai fatti.

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