Piedi per terra e mentalità condivisa: salvezza sia unico pensiero

Parlare di “sconfitta salutare” quando perdi in casa uno scontro diretto ci sembra fuori luogo: quello di ieri è un ko pesante, che fa male, che deve far riflettere. Una serata storta ci può stare, intendiamoci: la Salernitana milita nel campionato di serie A, il livello si è alzato rispetto all’anno scorso e chiunque può fare risultato dappertutto. Ma rivitalizzare in questo modo un Lecce ancora a secco di vittorie e mai in vantaggio nelle sei partite precedenti fa male, soprattutto se valutiamo la prestazione. Sin dai primi minuti abbiamo visto una squadra stanca, senza idee, disorganizzata, sfilacciata tra i reparti, a tratti presuntuosa. Ma se il diktat è di giocare la palla sempre e comunque, anche quando vinci 2-1 allo Stadium e mancano 3 minuti, c’è poco da fare: una sana “spazzata” in tribuna sarebbe salutare e aggiungerebbe punti, non siamo d’accordo con l’avvocato Fimmanò quando dice che “potevamo mettere un difensore in più e conquistare l’intera posta, ma ne avrebbe risentito lo spettacolo”. Perchè il progetto ambizioso e lungimirante deve andare obbligatoriamente di pari passo con i risultati del campo. E qui dobbiamo metterci d’accordo: sette punti in sette gare, con una sola vittoria e due ko interni, sono bottino sufficiente per un club che ha investito 40 milioni di euro? Iervolino si aspettava di più, ieri ha lasciato lo stadio scuro in volto e già stamattina ci sono stati confronti con dirigenti e collaboratori. Nicola non è affatto in discussione, ma i numeri non si prestano ad interpretazioni: un successo nelle ultime 11 gare ufficiali, 4 ko su sei in casa, appena tre clean sheet in 7 mesi e mezzo di gestione e un atteggiamento tattico monotematico. Lo ha detto Zanetti (“Se Nicola non avesse apportato dei correttivi sarebbero stati guai per i granata), lo hanno ribadito ieri i tesserati del Lecce rimarcando che “è bastato pressare più alto e schierare un giocatore tra le linee”, laddove si adatta da un mese Maggiore che di ruolo è una mezz’ala.

Dopo otto gare ufficiali si può fare anche una riflessione sulla rosa. Da media classifica in A nell’undici titolare: il centrocampo, con Bohinen al top, è tanta roba, i due esterni titolari possono essere devastanti così come la coppia d’attacco, nessuna tra le squadre che lottano per non retrocedere può contare su Dia, Piatek, Vilhena, Coulibaly, Gyomber, Candreva, Daniliuc, Mazzocchi e Fazio che, pur con tanti errori, trasmette personalità e sicurezza ai compagni. Ma da qui nasce un altro ragionamento: panchina corta, stante l’attuale apporto irrisorio dato da Capezzi, Botheim, Bradaric, Sambia, Valencia e Pirola, o errore del tecnico che spreme sempre gli stessi ruotando poco e leggendo talvolta male le partite? E poi Bonazzoli. Dopo la telenovela estiva è stato accontentato su tutto, la gente lo ha accolto alla grande e Iervolino ha fatto enormi sacrifici per assicurarsene le prestazioni. E’ l’ultima occasione per il salto di maturità, per andare oltre l’etichetta del predestinato e passare da promessa a certezza. Ma dall’arrivo di Piatek si è spento, come testimoniato anche dai 25 minuti del tutto anonimi di ieri. Così non va bene, a Nicola il compito di stimolarlo e di rivitalizzarlo. Infine un appello ai tifosi. Venerdì in 20000. Di venerdì sera, con allerta meteo e in periodo di crisi economica. 18mila con Sampdoria ed Empoli, 26mila con la Roma e settore ospiti pieno ovunque. Da brividi. Nelle prossime tre sfide interne si giocherà contro Verona, Cremonese e Spezia, 9 punti in palio da conquistare senza se e senza ma. Disperdere il patrimonio d’entusiasmo sarebbe pericoloso, solo con la spinta del pubblico si potrà arrivare all’obiettivo. Nel girone di ritorno gli scontri diretti saranno giocati quasi tutti in trasferta, all’Arechi faranno passerella tutte le big e si chiuderà con Atalanta, Roma, Napoli e Fiorentina, oltre che con la “solita” Udinese. E’ obbligatorio arrivare alla sosta lunga e alla fine del girone d’andata con buon margine sulla terzultima. Solo con un Arechi in modalità dodicesimo uomo sarà possibile.

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