Pinna: “Non potete capire quanto sia innamorato di Salerno! Una piazza del genere non può fare la B”

Intervenuto di recente durante la trasmissione “Cento+2” in onda ogni venerdì alle 19:30 sulla webradio dell’Associazione Freedom di Pontecagnano, l’ex portiere della Salernitana Salvatore Pinna ha parlato del rapporto ormai viscerale che lo lega alla piazza di Salerno: “Forse qualcuno potrà pensare che lo dico per accattivarmi le simpatie della gente, ma chi mi conosce sa quanto sia una persona sincera e di sentimento. Mi sono innamorato di voi, di quella curva e della vostra città sin dal primo allenamento. Siete speciali, avete delle potenzialità incredibili e non è accettabile che una piazza da 30mila spettatori a domenica debba rimanere in serie B. Siete, anzi siamo, un grande popolo a tinte granata che sa trasmettere sensazioni indescrivibili. Quando entravamo in campo e vedevamo quel muro umano ci veniva la pelle d’oca, il vero dodicesimo uomo in campo. Sono stato a Salerno per i festeggiamenti in occasione del centenario, ho visto un qualcosa di unico che mi ha commosso. Il pubblico ha saputo darmi affetto e sostegno anche sul piano umano, il pianto liberatorio dopo la vittoria sul Pescara che valse la promozione aveva un doppio significato: ho ricordato i miei genitori purtroppo scomparsi e ho pensato che c’erano decine di migliaia di persone felici grazie ad una squadra di calcio. Auguro davvero a tutti noi di fare un’altra grande festa a giugno, la Salernitana deve andare in serie A”.

Dopo un bel confronto con gli internauti e con gli opinionisti presenti (alcuni, come Annamaria Portanova e Carmine Prisco, davvero con le lacrime agli occhi), Pinna ha ricevuto il ringraziamento da parte del vice presidente del Centro di Coordinamento Massimo Falci e ha ricordato i momenti più significativi della sua esperienza all’ombra dell’Arechi: “Vi devo dire grazie, di cuore! Quando è arrivata la chiamata mi sono un po’ tremate la gambe, ma certi treni passano soltanto una volta nel percorso professionale e non potevo dire di no. Tutti ricordano il rigore parato nella sfida col Pescara, ma mi piace menzionare anche un intervento nel primo tempo che salvò lo 0-0. Fu una partita perfetta anche da parte mia, la gioia a fine gara permise di accantonare la tensione accumulata in un percorso che non fu semplice, ma che condividemmo con migliaia di persone. Ovviamente il match di Crotone è quello che è rimasto impresso di più: Ghezzal tirò una bomba dal limite dell’area, tolsi il pallone dall’incrocio dei pali e la curva alle mie spalle esplose come se avessimo segnato. Da lì iniziò la mia e la nostra cavalcata. In B fui accantonato in un momento positivo per me, ma la mia forza mentale mi spinse ad accettare quella sfida. Presero Berni nell’ultimo giorno di mercato, non capii quella scelta ma l’accettai per amore di Salerno. Sognavo di rientrare in campo, di contribuire con una mia parata a conquistare la salvezza e di vincere. Andò proprio così: grande intervento ad Ascoli, gol di Ganci e 2-0 che ci consentì di difendere la categoria che avevamo così faticosamente riconquistato”.

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