Salernitana a picco come il Titanic, urge una svolta…

Tre partite, zero punti in classifica, due gol fatti e undici subiti. Con dati oggettivi di questo tipo cercare alibi e scusanti diventa davvero arduo. Infortuni e ritardi di condizione diventano elementi irrilevanti di fronte a una catastrofe di questo genere. Alla base c’è un problema di fondo, il salto di qualità tra serie B e massima serie deve necessariamente far innalzare il tasso tecnico generale, allenatore compreso. E’ vero sono arrivati giocatori di qualità, ma non bastano due o tre acquisti anche di notevole spessore (se pensiamo a Simy e Ribery), se poi gli altri e, soprattutto, i confermati non si mostrano all’altezza della situazione. Dispiace dirlo, ma Belec, Di Tacchio e Gyomber, tra i principali artefici della passata stagione, giusto per fare un esempio, stanno maledettamente soffrendo il passaggio di categoria. Alcuni dei nuovi arrivi vedi Oby e L. Coulibaly, devono ancora dimostrare il loro valore, a voler essere buoni, e Kechrida non viene messo in condizione di sfruttare la propria vena offensiva.  Non bastano i top player, da soli non possono risolvere tutti i problemi: non sono bastati i gol di Simy a salvare il Crotone nel campionato scorso, così come la Fiorentina con Ribery, non è andata oltre una risicata salvezza.

Inoltre a rendere più disastroso questo inizio di torneo le scelte di Castori, sia dal punto di vista tecnico che tattico. Impensabile affrontare squadre della massima serie come si faceva in cadetteria contro la Virtus Entella. Con tutto il rispetto verso la squadra ligure, incontrare Bologna, Torino, Fiorentina, per non parlare degli squadroni da Champions, badando prima a non prenderle non può pagare, perché prima o poi si finisce per capitolare. Se addirittura la squadra si liquefa come neve al sole alle prime contrarietà, ecco che la figuraccia è servita.

Per fortuna siamo alla terza di campionato e dichiararsi già rassegnati e battuti sarebbe un suicidio. Però è chiaro che ci vuole una svolta netta. Innanzitutto bisogna recuperare la piena condizione degli ultimi arrivati in evidente ritardo rispetto agli altri colleghi e, soprattutto, sfruttare le caratteristiche di chi invece dà qualità all’organico. Se hai Simy, Bonazzoli e Ribery non  puoi non sfruttare la loro vena offensiva con una tattica sparagnina. Castori o rivede la propria posizione oppure rischierà presto di lasciare la panchina prima di ogni più pessimistica previsione. Inoltre, a centrocampo manca fosforo. Non ci sono idee, dove gli uomini pensano più a distruggere che a creare e, come dicevamo, se hai calciatori che possono imprimere accelerate, tenere il freno a mano tirato rende tutto più difficile. All’amministratore Marchetti e al direttore generale Fabiani si chiede un ulteriore sforzo di portare in granata nella zona nevralgica del campo l’uomo in grado di sciogliere la matassa. E a Castori di sfruttare le caratteristiche dei suoi uomini, altrimenti…

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