Salernitana furiosa con gli arbitri: protesta ufficiale del club. Ma calciatori troppo “passivi”

“Scandaloso e presuntuoso”. Così la società ha definito l’arbitraggio di Giua di lunedì scorso, una direzione obiettivamente a senso unico che ha inciso sul risultato finale. Ancor più grave che la stampa nazionale non abbia minimamente rimarcato la cosa, due pesi e due misure che hanno spinto già tanti tifosi a disdire l’abbonamento e a inoltrare email di protesta. Chi svolge il mestiere di giornalista ha il compito e il dovere di informare e soprassedere sui continui torti a danno della Salernitana non è atteggiamento corretto. Soprattutto perchè un anno fa, tra caso Candreva e giallo a Milinkovic Savic, si sono perse ore e ore in dibattiti totalmente inutili senza che nessuno rimarcasse quanto ribadiamo a caratteri cubitali: nè Juventus, nè Lazio avevano mezza ragiono per lamentarsi. Posto che è ormai atteggiamento patetico, sui social, definire le proteste “alibi dei perdenti” e che nessuno crede più alla barzelletta degli “episodi che alla lunga si compensano”, riteniamo abbia fatto bene la società a farsi sentire nelle sedi ufficiali. Senza dossier, senza alzare la voce, ma con la richiesta di maggiore attenzione. Il designatore Rocchi utilizzi un metro di giudizio coerente: se ferma Di Bello per un rigore negato al Bologna, perchè non accade lo stesso con Giua? L’arbitro di Olbia era a un metro e ha scambiato ginocchiata sul polpaccio e pestone ai danni di Cabral per un fallo a favore del Torino. E in sala Var cosa stavano facendo? Altresì incomprensibile perdonare il gioco duro del terzetto difensivo del Torino e poi ammonire Gyomber per un intervento di gioco assolutamente normale. Se aggiungiamo il gol della Roma che nasce da corner inesistente, il rigore regalato al Lecce e il rosso che manca a Banda possiamo dire che, in 4 giornate, la misura è già colma.

Tuttavia c’è da fare un’altra riflessione. Perchè non passa inosservato l’atteggiamento passivo dei calciatori della Salernitana che, contrariamente a tanti colleghi, non accennano nemmeno una protesta. A Lecce hanno letteralmente accerchiato l’arbitro Massimi inducendolo a rivedere al VAR un presunto tocco di mano di Cabral, dei comportamenti della panchina della Roma abbiamo parlato ampiamente. Possibile che, civilmente, non si possa pretendere maggior rispetto dagli arbitri e far valere il proprio peso specifico specialmente in casa e con 20mila persone al tuo fianco? A volte mantenere il basso profilo non è atteggiamento che paga, spesso ha avuto la meglio chi ha alzato la voce. La società un primo passo l’ha fatto, ma in campo ci vogliono i metaforici undici leoni anche sotto questo punto di vista.

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