Salernitana, vincere con il Carpi per mettere fine a una stagione deprimente

di Enzo Sica

La rabbia sta lasciando il passo alla rassegnazione. Si, perché la opaca e per alcuni versi imbarazzante prova della Salernitana a Brescia lo testimonia a chiare lettere. Si perché se dopo il 3 a 0 finale dopo una partita senza acuti e molte sbavature la tifoseria (o gran parte di essa) ha mostrato la solita rabbia che purtroppo c’è dall’inizio di questo girone di ritorno, dall’altra è arrivato quel
senso di rassegnazione che non vuol dire resa ma la solita frase <tiriamo avanti tanto mancano solo quattro giornate alla fine della stagione>. Ma di quale stagione vogliamo parlare? Di questa, naturalmente, che ci proiettava all’inizio nell’anno del centenario (il prossimo 119 giugno, mancano solo 58 giorni…) di una società gloriosa, con una partenza iniziale tra sorrisi, calciatori di categoria giunti in maglia granata, loro si dovevano fare la differenza avendo nel mirino i play off.

Sogni di gloria svaniti

Tutto svanito, tutto evaporato perché se a quattro giornate dalla fine ti trovi ancora a <raccattare> tre punti per la salvezza, allora vuol dire che quelle premesse belle, iniziali, sono svanite nel nulla. Come è svanita nel nulla la squadra affidata a Gregucci che ha fatto peggio della compagine che era ad inizio stagione di Colantuono. Insomma se un allenatore come Gregucci arriva a Salerno per rimettere in carreggiata una squadra che aveva potenzialità enormi per emergere, anzi riemergere, dopo un girone di andata tra alti e bassi e non riesce a fare bene, allora bisogna davvero interrogarsi su chi ha le colpe di questo fallimento sportivo, s’intende. La proprietà, crediamo, ha fatto il possibile per puntare ad un traguardo importante, il direttore Fabiani ha scelto calciatori che almeno sulla carta erano anche da primissimi posti di classifica, gli allenatori, almeno due per stagione in questi quattro campionati di serie B, non erano in discussione visto i loro trascorsi in altre piazze anche importanti. Insomma i margini si restringono ma quello che salta all’occhio è la fragilità di una squadra che non fa punti fuori casa da due mesi (ultimi tre punti ad Ascoli) e riesce a complicarsi la vita anche nel suo fortino Arechi.

La sconfitta di Brescia è figlia di tanti fattori

Insomma la sconfitta di Brescia, impalpabile è figlia di tanti fattori, primo fra tutti la fragilità di calciatori che con la loro esperienza dovevano fare la differenza. Poi è chiaro che anche i numeri la dicono lunga perché sono li a testimoniare il fallimento di questa stagione. E se Gregucci in 17 partite finora sulla panchina della Salernitana ha portato a casa solo 15 punti, una miseria, le colpe sono anche sue, magari di un modulo di gioco non adatto ai calciatori che ha in rosa attualmente. La società ne ha preso atto da tempo. Lo ha fatto anche qualche settimana fa incontrando una rappresentanza del tifo più caldo salernitano. Ha fatto promesse future, ha cercato di calmare le acque di una contestazione strisciante ed anche giusta. In poche parole. chiudiamo questa sciagurata stagione e pensiamo alla prossima. Ora c’è solo da difendere la categoria, vincere con il Carpi sabato anche per cancellare la deprimente prestazione di Brescia.

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