La premessa è obbligatoria, quasi scontata: in questo momento è fondamentale e di vitale importanza sostenere singolarmente tutti i calciatori e provare ad analizzare partite, prestazioni e risultati sempre in ottica bicchiere mezzo pieno. Proprio per questo rimarchiamo che Sepe merita incondizionata fiducia, la salvezza passa anche dai suoi guantoni. Ciò detto, è opinione piuttosto diffusa che ieri il pipelet napoletano abbia avuto alcune responsabilità per quel finale di partita che ha determinato il pareggio del Cagliari. Il parapiglia post rigore concesso e poi revocato, con annessi altri minuti di recupero, nasce da un pallone che perde dalle mani su un’uscita che sembrava piuttosto agevole. Fosse andato tutto come doveva, presumibilmente la partita sarebbe “morta” lì: la Salernitana era pienamente in controllo e gli avversari non avevano fatto mezzo tiro in porta. Non gli attribuiamo, invece, particolari responsabilità sulla rete subita. In merito l’opinione pubblica è divisa: da un lato c’è chi ritiene non potesse fare assolutamente nulla, dall’altro chi sostiene che non fosse una conclusione imparabile e che si poteva tentare una deviazione laterale. La verità, come si dice in gergo, sta nel mezzo ma il nostro pensiero è stato espresso più volte: Sepe è un buon portiere, trasmette sicurezza, è bravo con i piedi, ha personalità e carisma ma non ricordiamo partite vinte o pareggiate grazie ad interventi prodigiosi. Fa il suo, mediamente da sei in pagella. Le foto diffuse sul web mostrano che Sepe avesse un occhio gonfio e circondato da un livido: che questo possa aver inciso sulla visuale? Ad ogni modo toccherà a lui, come giusto che sia, difendere i pali della porta nelle prossime due e delicatissime gare. E allora…chiudila sta porta!
2022-05-10
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