Sibilia: “Il campo è il solo giudice unico a stabilire promozioni e retrocessioni”

Intervenuto alla trasmissione TuttoGranata in onda su Radio MPA,  a cura delle redazioni di GranataCento e TuttoSalernitana, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti nonchè esponente di spicco della Federazione Cosimo Sibilia ha fatto il punto della situazione sul momento vissuto dal calcio italiano con particolare riferimento al mondo della D, dell’Eccellenza e della Promozione che rischia di essere colpevolmente dimenticato. Ecco le sue dichiarazioni:

Secondo lei riprenderanno i campionati?

“Se si riferisce al calcio professionistico di serie A posso dire che c’è stato un incontro utile a fare il punto della situazione. I medici della Federcalcio e il comitato tecnico-scientifico stanno ragionando con il Governo rispetto al protocollo prospettato. Nella Lega Nazionale Dilettanti, il Ministro ha voluto prendersi una ulteriore pausa di riflessione considerando le migliaia e migliaia di tesserati. A stretto giro di posta avremo una risposta, assicuro che riprenderemo solo quando ci saranno le rassicurazioni necessarie ricordando che il campo deve essere il giudice unico e stabilire retrocessioni e promozioni. Ma non bisogna affrettare i tempi, c’è una tragedia in atto che si chiama Coronavirus”.

Cosa pensa della presa di posizione della Lega Pro e del presidente Ghirelli?

“C’è un mondo variegato da tutelare, non solo i calciatori. Ci sono staff, allenatori, dirigenti, presidenti, tifosi, persone che gravitano nella nostra orbita. Quanto a Ghirelli dico che personalmente ragiono in ottica di sistema. Il Coronavirus sta creando problemi innumerevoli, anche al mondo sportivo e calcistico: se ragioniamo individualmente purtroppo non ce ne usciamo più. Come si può pensare che la Lega Nazionale Dilettanti avrebbe accettato passivamente un procedimento che bloccava le retrocessioni dalla Lega Pro? E le nostre nove vincenti perché non dovrebbero essere promosse? E chi vince il torneo di Eccellenza? Mi sono solo permesso di far notare quanto questa proposta fosse irricevibile, per quanto ci riguarda. Abbiamo stigmatizzato il comportamento di Ghirelli con un comunicato e anche la serie B ha fatto la stessa cosa, le scuse del presidente fanno comunque piacere e mostrano correttezza”.

A volte si sottovaluta il mondo dei dilettanti che, tuttavia, coinvolge decine di migliaia di persone. Può farci lei un punto della situazione per spiegare anche ai lettori che dramma rischiate di vivere senza soluzioni efficaci e mirate?

“I numeri sono questi: la Lega Dilettanti rappresenta 12mila società, 65mila squadre in Italia e un milione di tesserati. Organizziamo 600mila partite all’anno, stiamo vivendo una situazione di estrema difficoltà. Il Coronavirus ci ha colpito sotto tanti aspetti, ci sono dirigenti che vivono di imprenditoria e artigianato e l’economia del Paese non consentirà a molti di effettuare gli stessi investimenti. Tecnici e giocatori, inoltre, non hanno un contratto da professionisti, ma dei rimborsi spese che servono per portare avanti una famiglia. Tra collaboratori e dipendenti anche noi abbiamo 2500 persone a cui pensare, il nostro ruolo è anche sociale e non bisogna sottovalutarlo perché formiamo i giovani. Le istituzioni devono garantirci sostegno, non solo il Governo. Ho fiducia che a breve possa esserci un riscontro rispetto alle nostre richieste che vanno nella direzione di ricevere gli aiuti necessari. Noi fotografiamo il paese: partiamo dai piccoli borghi per arrivare alle grandi città, dalla terza categoria alla D che è l’anticamera per il professionismo ospitando realtà come Palermo, Campobasso, Foggia e Messina”.

Secondo lei è ancora presto per ipotizzare una ripresa?

“La ripartenza la detta il virus. Leggo di notizie meno tragiche negli ultimi giorni, ma aspettiamo che ci sia una completa inversione di tendenza con un contagio vicino allo zero. Il campionato di serie A, così come si sta cercando di fare attraverso protocolli sanitari, ricomincerà con buone probabilità ma tutti devono essere rassicurati. La salute viene al primo posto, il Comitato Tecnico Scientifico ha detto che non esisterà mai un rischio zero. In breve tempo speriamo che la A inizi gli allenamenti, l’Uefa ha allungato i termini della stagione fino al tre agosto e questo lascia ben sperare. Per quanto riguarda la D, il protocollo è restrittivo e inattuabile. Servirebbero centri sportivi, spogliatoi di una certa metratura e tante altre cose che non tutti possono garantire”.

 

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