“So bene quanto è forte, ma…”: il ragionamento di Castori sullo scarso impiego di Cicerelli

“Fai giocare Cicerelli” è uno dei tormentoni più diffusi negli ambienti del tifo granata, laddove in tanti non riescono a spiegarsi come possa un calciatore così forte e determinante restare quasi sempre in panchina. Anche lunedì sera, come accaduto contro Entella e Cremonese, l’ingresso in campo dell’esterno pugliese ha fatto la differenza: gol spettacolare, corsa continua a tutta fascia, osso duro come Brighenti in enorme difficoltà, cross a ripetizione per i compagni e il solito sacrificio anche in fase difensiva. Dire che Cicerelli sia soltanto un elemento di “squilibrio” non corrisponde totalmente a verità: l’anno scorso, con Ventura, ha giocato finanche come terzino destro nel 4-4-2 distinguendosi, statistiche alla mano, per palloni recuperati e contrasti vinti. E’ chiaro che le idee di Castori sono diverse dal suo predecessore e, in conferenza stampa, il mister ha finalmente affrontato l’argomento con grande precisione fornendo una chiave di lettura interessante e largamente condivisibile. Il tecnico è consapevole di due cose: che Cicerelli sia uno dei più bravi della rosa e che, dopo le tre sconfitte di fila con Monza, Pordenone ed Empoli, la squadra abbia trovato un proprio equilibrio cambiando strategia e atteggiamento tattico. Nel 3-5-2 di Castori gli esterni e le mezzali fanno un lavoro sfiancante, perdendo talvolta di lucidità una volta varcata la metà campo avversaria. Da qui la scelta: tenerlo in panchina senza chiedergli di spomparsi e impiegarlo nella mezz’ora finale, quando gli altri sono stanchi e si possono esaltare le sue caratteristiche. “Se gioca meno non vuol dire sia meno bravo di altri” ha detto lunedì sera dopo il successo col Frosinone “è stato determinante, ha fatto un grande gol, ha dato una grossa mano. Su questo non c’è dubbio. Ma chi subentra è spesso fondamentale perchè i titolari apparecchiano la tavola, sfiancando gli avversari e consentendo ai più rapidi di esaltarsi. Dopo un primo tempo così dispendioso da parte del Frosinone, che ha messo in campo forze fresche in tutti i reparti, era logico puntare su Cicerelli per la ripresa. Non potevano reggere certi ritmi, li ha messi in grossa difficoltà. A me interessa sfruttare le risorse a disposizione senza snaturare le caratteristiche, i calciatori devono fare ciò che sanno fare. Ho trovato un equilibrio, dopo lo 0-5 di Empoli ho rivoltato la squadra e i risultati mi hanno dato ragione. I moduli vengono in secondo piano, conta l’atteggiamento: ci sono principi di gioco inderogabili, a cui tutti devono adattarsi. Emanuele è parte integrante della rosa, è un atleta forte e lo ha sempre dimostrato. Ma lo vedo più come quello che spacca la partita”. Va ricordato che, per tutto il ritiro, Castori ha impiegato Cicerelli principalmente come mezzala e quasi mai da esterno. Cosa accaduta anche contro Reggina e Chievo all’esordio e in coppa Italia col SudTirol, tra l’altro con discreti risultati. Ma da quando si è deciso di puntare su un centrocampo muscolare e due esterni con attitudini diverse (inevitabilmente accantonando la qualità, la proverbiale coperta corta) la Salernitana è diventata quasi imbattibile, ha subito pochissimi gol e si è ricompattata. Nessun allenatore al mondo stravolgerebbe un sistema che funziona. E, con le cinque sostituzioni a disposizione, anche chi subentra a mezz’ora dalla fine deve sentirsi parte integrante ed elemento fondamentale. Si può discutere sui 4 minuti di Lecce: effettivamente si poteva evitare. E riteniamo che i più bravi debbano essere sempre impiegati dai tecnici. Ma siamo certi che con Cicerelli, Anderson o Kiyine in campo a Lecce, o in altre occasioni, quel muro difensivo che ha portato i granata al terzo posto avrebbe retto così bene?

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