Sousa: “Giocheremo in uno stadio da campioni, fiducioso che sarà una grande Salernitana”

Di seguito le dichiarazioni del tecnico della Salernitana Paulo Sousa:

Salernitana molto equilibrata nella sua gestione, domani però ci vuole più qualità per mettere in difficoltà il Milan?
“Dico che stimo moltissimo Pioli, hanno vinto il campionato con merito e ha collezionato centinaia di panchine nella sua carriera. Per me invece è appena la quarta gara alla guida della Salernitana. Lavoriamo per avere identità. Il Milan è tra le migliori otto squadre d’Europa, hanno una rosa con qualià individuali di altissimo livello. Ma voglio che la Salernitana metta in pratica quanto fatto in una settimana davvero ottima. Vedo che ciascuno sta acquisendo conoscenze, in tutti i ruoli. Ho bisogno di ciascun calciatore, a patto che si metta il noi davanti all’io. Dobbiamo dare il massimo per il bene della Salernitana, se non c’è spirito di sacrificio incontreremo difficoltà ancora maggiori. Loro a sinistra sono fortissimi, si muovono tanto con Theo Hernandez e Leao. C’è un grande coinvolgimento dei centrocampisti nella costruzione, la loro mobilità è abbinata a intensità e questo è un fattore sul quale abbiamo lavorato. Sono abituati a giocare con ritmi alti e sappiamo che sarà dura, ma noi stiamo ricercando una identità. Pioli guida il gruppo da più di due anni, io da tre settimane. Ci vuole tempo. Ma vedo grossi passi in avanti, forse è stata la miglior settimana da quando sono arrivato. Io ci credo tantissimo”.

Mazzocchi e Dia titolari?
“A livello individuale abbiamo bisogno di qualità, senza perdere identità. La responsabilità individuale determina il comportamento del collettivo. In questa settimana ho visto partecipazione da parte di tutti, soprattutto di gente che sta giocando meno ma che sarà fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo. Tutti devono sentirsi utili alla causa e devono avere voglia di dare una mano”.

Tatticamente si prosegue sulla strada del 3-4-2-1?
“Voi vi soffermate sui nomi, io mi preoccuperei di vedere sempre una Salernitana che abbia caratteristiche chiare e riconoscibili. Poi la formazione può variare anche in base all’avversario. Io non voglio una Salernitana che difenda, che sia speculativa. A Genova ho fatto scelte in corso d’opera che ci permettessero di palleggiare di più e di aprire il gioco. Se guardate il mio percorso da allenatore ho sempre attuato un calcio offensivo, ciò passa dalla presenza di due trequartisti o due attaccanti puri che agiscano tra le linee per non dare punti di riferimento. Questo dipende molto dal momento, se siamo noi ad avere il possesso palla riusciremo ad abbassare il livello di difficoltà. Certo, l’equilibrio è fondamentale e stiamo lavorando per applicarsi in egual misura in entrambe le fasi”.

Se pensa al prestigio del Milan e dello stadio qual è la prima cosa che mi viene in mente?
“E’ un palcoscenico da campioni. E dobbiamo giocare da campioni. Con la differenza di valori ma con la voglia di crederci. Serve questo tipo di mentalità se vuoi toglierti delle soddisfazioni e raggiungere gli obiettivi. Da quando ho iniziato a giocare a calcio ho sempre avuto questo tipo di pensiero. Voglio una Salernitana che sia consapevole di quanto sia bello essere competitivi a questi livelli”.

La sua idea di calcio è simile a quella del Milan?
“In questo momento no. Devo pensare a una Salernitana posizionale. Nel tempo saremo, per idea, più simili al Milan. Nel calcio bisogna sempre rispettare tempi e spazi”.

Candreva può agire da mezzala?
“Si può crescere a tutte le età. Senza palla è fenomenale, legge bene i tempi e gli spazi da occupare. Con il pallone può migliorare tanto. Lui cerca di vedere sempre davanti, immagina di fare il passaggio determinante. Se invece trova un equilibrio tra pause e passaggi determinanti potrà diventare, anche a questa età, un calciatore straordinario”.

Come ha visto Bonazzoli?
“Lui e Vilhena sono giocatori fenomenali sul piano tecnico. Ma la qualità non è sufficiente. Bisogna alzare l’intensità, mettersi a disposizione della squadra. E’ un discorso generale che vale per tutti. Sono calciatori fondamentali per alzare il livello, in settimana mi hanno fatto capire che sono sulla strada giusta. Ora deve diventare giustissima”.

La vittoria dello Spezia crea pressioni aggiuntive?
“Io lavoro su quello che dipende da me. L’errore o la cosa buona non devono scaturire dai risultati. Inconscio e conscio sono parti fondamentali del nostro cervello che incidono sul lavoro quotidiano. Io voglio comportamenti corretti settoriali, collettivi e individuali. Durante la partita so benissimo che si può sbagliare, fa parte del gioco. Non mi posso concentrare su questo, nè sui risultati degli altri. Il presente mi dice che devo portare in porto la Salernitana e raggiungere la salvezza. Altro non c’è da dire. Sono molto fiducioso perchè in questa settimana ho visto cose ottime”.

Il 3-4-2-1 attuale è il modulo che immaginava di adottare quando è arrivato?
“Questa è una squadra che era stata costruita per giocare a cinque. Io, nella mia carriera da calciatore, ho vinto col 4-3-3 e con altri moduli differenti da quello che sto attuando adesso. A me interessa costruire, dall’inizio e provare a essere superiori indovinando tempi e spazi. Voglio una Salernitana corta, in cui i calciatori in quel momento non coinvolti nel gioco sappiano quello che si deve fare. Così facendo abbiamo dieci calciatori di movimento attivi. E’ questa la parte più difficile nel lavoro di un allenatore. Tutti sono importanti nel gioco e non solo in possesso di palla”.

Piatek lotta, ma non riesce a segnare. Come si lavora in questi casi sul piano mentale?
“Tutte le punte attraversano questo tipo di momenti. Chi non vive questi momenti gioca per grandissime squadre. Stop. Il discorso è semplice. Deve restare tranquillo, la sua storia dice che i gol li sa fare. Vicino alla porta deve essere più intenso, a volte anche egoista”.

Chi gioca a destra?
“Parlo spesso con Sambia, non lo conoscevo e so che ha qualità tecnica e potenzialità immense. Straordinarie. Mentalmente deve essere molto più attivo e presente. Quando farà questo salto di qualità diventerà un giocatore di livello per qualunque squadra. Chi giocherà sa che sarà difficile, hanno due esterni fortissimi e Tonali e Bennacer che si muovono molto per dare ampiezza e verticalità. A noi tocca leggere i momenti e difendere bene, loro a sinistra hanno una capacità importantissima e di livello assoluto. Le coperture preventive faranno la differenza”.

Gioca Ochoa?
“Giocano tutti. Compresa la nostra città. Già conoscevo il potenziale della piazza, i tifosi sono parte integrante del nostro progetto. Senza tifosi non siamo nulla, noi giochiamo per loro e dobbiamo rappresentarli bene, con orgoglio. A volte non sappiamo apprezzare quella che è la passione della gente. Detto questo…gioca Ochoa. Ma Sepe sta lavorando benissimo”

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