Tifosi-Salernitana, vittoria logica conseguenza del clima di simbiosi. Due rinforzi per sognare in grande

Una Salernitana a tratti bellissima vince con pieno merito sul sempre ostico campo di Pescara riscattando la sconfitta di maggio che poteva significare retrocessione diretta e ammutolendo una tifoseria che spesso si era dimostrata ostile. Senza tanti titolari e con alcuni calciatori acciaccati in campo, la formazione granata ha dato spettacolo e costruito ben 14 occasioni da rete trascinata da Milan Djuric, il vero capitano della squadra per professionalità, attaccamento alla maglia, umiltà e spirito di sacrificio. Questo gruppo, al netto di limiti tecnici fisiologici, in realtà ha sempre manifestato impegno e serietà nel lavoro, doti alimentate dalla presenza in panchina di una garanzia come Gian Piero Ventura. La gente lo sta capendo e finalmente ha accantonato la contestazione nei confronti della proprietà preferendo sostenere i calciatori dal primo al novantesimo. Non a caso il clima di ritrovata unità coincide con la vittoria in trasferta dopo mesi e sconfitte: nei rari momenti di difficoltà, la Salernitana si è aggrappata al muro degli ottocento e, con l’apporto del dodicesimo uomo, ha vinto e convinto.

Stiamo ribadendo da mesi, anche a costo di alimentare polemiche sul web, che questa sia una delle squadre qualitativamente migliori della B. Chi, in categoria, può vantare gente come Jaroszynski, Di Tacchio, Akpro, Maistro, Djuric, Cicerelli, Lombardi, Kiyine e un attacco da 14 gol in tre? Se pensiamo alle due gare pareggiate al 94′, ai punti che mancano per i torti arbitrali, agli errori al 95′ a porta vuota contro Empoli e Cittadella e ai 12 infortuni si può ben capire che il vero valore di questa rosa sia stato espresso soltanto a tratti. Ovviamente essere in teoria tra i più bravi (e la Salernitana non gioca certo peggio della corazzata capolista) e aver vinto a Pescara non deve cambiare le strategie di mercato. Se senza bomber si segnano due gol a partita, figuriamoci col Donnarumma o il Di Carmine di turno. L’anno scorso la stagione si aprì con il successo a Palermo con analogo risultato e da lì la società si è quasi fermata limitandosi a Minala e all’attuale osservatore Calaiò. Basta davvero poco per rendere credibile il progetto e la promessa di aprile, per divertirsi e porre le basi. 12 giorni e si capiranno le reali intenzioni: già così, con l’apporto del pubblico, i granata sono da play off, figuriamoci con due tasselli di qualità.

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