Un’emozione è quando tremi e non fa freddo: 103 volte AUGURI SALERNITANA

Una storia lunga 103 anni, un’emozione che cresce sempre di più con il passare del tempo. In bacheca non ci saranno scudetti o trofei di livello internazionale, ma l’amore di un popolo vale più di ogni altra cosa al mondo. Esattamente tre anni fa in 50mila vivevano una settimana da pelle d’oca: mostre, fiaccolate, cortei, spettacoli musicali, opere d’arte, partita tra vecchie glorie, città e provincia completamente dipinte di granata. Poi la pandemia è l’obbligo di festeggiare in tono minore, ma con un raduno al Vestuti che ha saputo regalare comunque sensazioni indescrivibili. Qualcuno ha provato a sminuire questo enorme sentimento popolare chiedendosi a cosa servisse festeggiare ogni anno, gente che non merita nemmeno una replica e che farebbe bene ad occuparsi d’altro. Perchè lo sport è adrenalina, emozione, appartenenza, orgoglio, famiglia, amicizia fratellanza. Valori che la nostra squadra di calcio incarna da sempre. Dal 1919 ad oggi. Da 103 anni. La Salernitana è la Salernitana e il 19 giugno non potrà mai trascorrere come un giorno qualunque. Nell’aria, già da diverse ore, si respira un clima diverso, di straordinario coinvolgimento emotivo.

Provatelo a dire a chi dice che siano soltanto “22 stupidi che corrono dietro ad un pallone”, a chi sminuiva l’importanza del calcio nel periodo della pandemia. I sudditi restano fedeli a Sua Maestà e la Bersagliera ritrova idealmente il suo più fedele alleato. Un anno fa fu spettacolo da applausi, con Gigi Pacifico che si confermò il top player europeo e tanti ultras a lavorare giorno e notte per lasciare a bocca aperta l’intera Italia pallonara. Fuochi d’artificio a Pastena e Torrione, Palazzo di Città colorato di granata e con il cavalluccio marino in bella vista, centinaia di persone all’esterno dell’Arechi e un cavalluccio in bella vista. Straordinario. E ora che il pubblico salernitano ha dimostrato di essere il migliore in assoluto pure in massima serie (ma non c’erano dubbi), ecco che ci apprestiamo a vivere una domenica da raccontare in futuro a figli e nipoti. In migliaia hanno atteso lo scoccare della mezzanotte per un brindisi, per abbracciarsi con i compagni d’avventura, per narrare un aneddoto a quelle nuove generazioni che si stanno progressivamente riavvicinando alla Salernitana. La tifoseria granata è unica, c’è poco da fare. E la descrizione perfetta fu affidata alla penna della grande Marta Naddei che, in un post su facebook, definì gli amanti della Bersagliera in questo modo “Fanno polemiche, s’appiccano per ogni cosa, si scannano sul web, prendono picci assurdi, si lamentano per tante cose…ma i tifosi della Salernitana sono davvero i più fighi di tutti”.

Sui social in centinaia hanno posto video celebrativi e foto ricordo, ci sono amicizie e famiglie nate spontaneamente sui gradoni in nome di una passione frutto di un innato senso d’appartenenza. Da studiare a livello sociologico, come dissero in tanti ammirando la coreografia Happy inscenata con la Casertana.  La Salernitana è la storia di questa città. E’ cultura, arte, solidarietà, beneficenza, aggregazione, Sensazioni che chi non ama il calcio non potrà mai capire. Ma in fondo basterebbe guardare negli occhi la gente che stasera piangeva di felicità come se si fosse vinto un campionato per trovare tutte le risposte. Non sufficienti per capire come mai si arrivi ad un attacco di panico quando l’Udinese segna il quarto gol all’Arechi e non si hanno notizie del risultato del Cagliari a Venezia, prima di un pianto liberatorio che ha unito trentacinquemila persone allo stadio e almeno il triplo in giro per l’Italia. Quando gli occhi si alzano al cielo per ricordare gli angeli granata e dire “giustizia è fatta, abbiamo vendicato quel furto e vi dedichiamo il miracolo sportivo”. La Salernitana è Di Bartolomei, Prati, il Vestuti, Lazzaro al 94′, Minala al 96′, il trionfo sulla Juve, i 40mila dell’Arechi, le scenografie di una delle curve più belle d’Italia. E’ Ciccio Rocco, il Siberiano, la signora Celeste, Armandino Zorro, l’intero movimento ultras. Si rischierebbe di scadere nella retorica, ma alzi la mano un solo salernitano che non lega un ricordo della propria vita alla squadra di calcio. Ci sono state spaccature, discussioni, diserzioni e qualche attacco. Ma a prescindere da tutto il popolo resterà sempre ai piedi di sua Maestà. Oggi, domani, tra cent’anni. Perchè la Salernitana è una fede, che padre e figlio si tramandano in nome del “forte sentimento che porto dentro”. Se solo capissimo che uniti siamo davvero i più forti di tutti! 103 volte auguri, Sua Maestà!

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.